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Tour de France, 20a tappa: sorpresa Groves, vince da finisseur! Festa Milan: la maglia verde è sua!

La penultima tappa del Tour a sorpresa se la prende Kaden Groves, professione sprinter, che vince scattando ai -10 km dalla fine. Milan può brindare: la maglia verde è sua.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

T’aspetti la solita vittoria in volata, e invece Kaden Groves stavolta decide di fare le cose… al contrario. Niente sprint, si vince da finisseur: una vittoria decisamente unica nel suo genere per il velocista dell’Alpecin Deceuninck, che nel Tour dove gha perso per strada prima Philipsen (caduta) e poi van der Poel (polmonite) riesce a graffiare anche nella penultima frazione, sferzata da vento, freddo e pioggia, grazie all’acuto dell’australiano che dell’acqua se ne fa beffe, surfando letteralmente sulle strade di Francia come se stesse nuotando nell’oceano.

Hurrà Milan: 15 anni dopo Petacchi, un italiano in maglia verde

La tripla corona di Groves (7 tappe vinte alla Vuelta, due al Giro e adesso una al Tour) certifica la bontà di un a frazione per nulla noiosa, dove il maltempo ha contribuito e non poco a rimescolare le carte da cima a fondo.

Tappa che certifica anche un’altra bella notizia (finalmente) per il ciclismo italiano: 15 anni dopo Alessandro Petacchi, Jonathan Milan riporta in Italia la maglia verde, quella della classifica a punti, blindando il vantaggio nella classifica generale su Tadej Pogacar, che chiaramente non s’è dannato troppo l’anima per andare e prendersi la maglia solitamente deputata ai velocisti (lo scorso anno la vinse Biniam Girmay, e fu una vittoria storica).

Velasco, che peccato: poteva essere la tappa giusta…

Milan, grazie a due vittorie di tappa e altri piazzamenti, ha nobilitato la presenza italiana in un Tour che di italiano ha avuto poco, col rimpianto che oggi ha accompagnato gli ultimi chilometri di tappa di Simone Velasco.

Perché il quarto posto finale sa più di occasione mancata che di soddisfazione: senza la caduta che ai -20 chilometri dall’arrivo ha messo fuori gioco Ivan Romeo (che ha sbattuto violentemente sul marciapiede, apparentemente senza conseguenze) e Romaine Gregoire, con Velasco costretto a sua volta a frenare e non più in grado di andare alla caccia dei tre fuggitivi di giornata (Groves, van der Broeck e Stewart), un arrivo a ranghi ristretti l’avrebbe visto nettamente favorito. Sarà per un’altra volta, ma al Tour le “altre volte” possono rivelarsi assai illusorie.

Pogacar si prende anche la maglia a pois

Detto di Milan, tornato a casa con quello di cui andava in cerca (e atteso domani dalla passerella sugli Champs-Elysées, nonostante la novità della salitella di Montmartre potrebbe rompere le uova nel paniere ai velocisti: ma se piove c’è la neutralizzazione ai -5 km dall’arrivo), Pogacar ha chiuso senza patemi, riuscendo a evitare anche una caduta a 400 metri dall’arrivo che ha interessato la pancia del gruppo maglia gialla (qualcuno sbadato ha combinato un patatrac in una giornata senza alcun assillo).

Pogacar che ha conquistato anche la maglia a pois, poiché il gap che Vingegaard si ritrova ad avere non è più colmabile nelle ultime fasi della corsa. Domani, come detto, sarà più o meno festa per tutti: Lipowitz s’è meritato il podio, di fatto sostituendosi a Evenepoel che la passerella parigina la vedrà solo dalla TV. E ci sarà anche un po’ d’Italia, finalmente.

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