Più di così Jonas Vingegaard proprio non avrebbe potuto fare: ha messo la squadra a tirare come una dannata, ha lanciato uomini a ripetizione in avanscoperta, ha fatto la selezione durissima sin dalle prime rampo del Mont Ventoux e poi, dopo aver tentato tre volte di staccare Pogacar e aver approfittato del traino prima di Benoot e poi di Campenaerts, ha dovuto fare i conti con le gambe mirabolanti dello sloveno che per giunta all’arrivo lo ha distanziato di un paio di secondi. Come a dire: applausi per tutti, ma questo Tour (salvo sorprese sempre meno attese) è saldamente nelle mani di Tadej Pogacar. Come logica vuole.
- Un fotografo fa cadere Vingegaard dopo l'arrivo: "Una roba assurda"
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Un fotografo fa cadere Vingegaard dopo l’arrivo: “Una roba assurda”
La tappa sul gigante della Provenza ha detto quello che tutti già sapevano: Vingegaard ha fatto quello che doveva fare, dimostrando di aver trovato una gamba assolutamente buona e di essere l’unico in grado di tenere le ruote di Pogacar. Tanto che l’unico vero “avversario” del danese è stato un incauto fotografo che l’ha fatto cadere pochi metri dopo l’arrivo, correndogli davanti e ai lati in maniera un po’ troppo incauta. “Non dovrebbero succedere cose di questo tipo, è assurdo che un fotografo mi si appiccichi addosso dopo uno sforzo del genere. Per fortuna non mi sono fatto nulla, ma non doveva succedere”.
Quel che voleva succedesse, Vingo, è vedere una crepa nel volto di Pogacar. “Noi abbiamo corso benissimo. Anzi, meglio di così non si poteva: abbiamo mandato uomini in fuga, li abbiamo ritrovati quando serviva, abbiamo attaccato dove c’eravamo detti di attaccare. Però Tadej non ha tradito la minima difficoltà, e questo fa di lui il più forte in questa edizione del Tour. Da parte mia posso solo dire che quando mi ha attaccato lui ho risposto all’istante, e ciò testimonia la mia crescita di condizione”.
Paret-Peintre, un giorno da sogno. Roglic scorta Lipowitz
La tappa del Ventoux ha parlato anche e soprattutto francese con la vittoria di Valentin Paret-Peintre, che l’ha spuntata in un arrivo davvero tiratissimo su Ben Healy, che voleva regalarsi un’altra impresa in questo Tour (per lui) comunque indimenticabile, con la top 10 ritrovata dopo qualche patema d’animo. Ottima la tattica dei Soudal Quick Step con Van Vilder che alla fine ha trovato il modo per aiutare il compagno di squadra e lanciarlo in un finale per cuori forti.
Pogacar e Vingegaard hanno chiuso non troppo distanti, a 43 secondi, dopo che all’inizio della salita avevano oltre 7 minuti su Enric Mas, che ha resistito fino a un paio di chilometri dall’arrivo in solitaria prima di lasciarsi sfilare dai principali protagonisti di giornata. Simone Velasco, 24esimo assoluto, il migliore degli italiani.
Tra i promossi di giornata sicuramente Primoz Roglic, che ha tenuto un buon ritmo lungo tutta la salita e ha scortato nel finale anche Florian Lipowitz, che ha rafforzato la sua terza posizione guadagnando su Onley e Vauquelin.