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Mont Ventoux bello e dannato: Pocagar sbriciola i record di Mayo e Pantani, Johannessen collassa e finisce in ospedale

La tappa del Ventoux ha regalato spettacolo e colpi di scena: Pogacar ha sbriciolato il record i scalata, Vingegaard è stato fatto cadere dopo l'arrivo, Johannessen è collassato (problemi di stomaco)

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Qualcuno aveva fiutato il colpo già nei giorni scorsi, ma mai se lo sarebbe aspettato tanto fragoroso. Perché Tadej Pogacar lungo i 21,5 km che da Bedoin hanno portato la carovana del Tour sulla sommità del Mont Ventoux, proprio ai piedi dell’osservatorio meteorologico, ha riscritto le regole del gioco: salendo in 54 minuti e 41 secondi ha stampato il nuovo record di salita della mitica montagna della Provenza, record che in una frazione in linea apparteneva da 31 anni nientemeno che a Marco Pantani (57’34”). Il record assoluto era però di Iban Mayo, che in una cronoscalata del 2004 fermò il cronometro a 55’51”.

L’ammissione di Tadej: “Ho sofferto anch’io, salita durissima”

La superiorità di Pogacar è comunque la stessa di Vingegaard, che a quel tempo ha contribuito in modo altrettanto decisivo con i tre scatti con i quali ha provato a mettere a ferro e fuoco le gambe della maglia gialla.

“Oggi Jonas è stato veramente duro da arginare. Ha fatto le cose perbene, la Visma tutta ha lavorato alla grande e per questo sono ancora più contento e soddisfatto della mia prestazione. Per mia fortuna non avevo le gambe di 4 anni, perché se fossi stato in quelle condizioni sarebbe finita proprio come allora, con me staccato e Vingegaard lanciato verso la vittoria.

Ci sono stati momenti in cui ho sofferto tanto, ma sapevo che non potevo risparmiarmi se volevo evitare di restare staccato”. Alla fine fa notizia sapere che la tappa non sia finita nel suo raggio d’azione: “La fuga era lontana, anche se col lavoro della Visma ci siamo riportati a contatto. Forse saremmo anche andati potuti a prendere i fuggitivi nell’ultimo chilometro, ma sono felice per Paret-Peintre perché l’ho visto raggiante come non mai”.

Vingegaard e lo scontro col fotografo: “Senza parole…”

Vingegaard al traguardo ha cercato di vedere il bicchiere mezzo pieno: il record di scalata del Ventoux se l’è preso Pogacar per un paio di secondi appena, ma la reazione mostrata dopo le difficoltà delle prime tappe di montagna è stata lampante.

Tanto che il pericolo maggiore è arrivato dal quel fotografo sbadato che l’ha fatto cadere dopo l’arrivo. “Appena ho attraversato la linea del traguardo ho visto un fotografo che ha cominciato a correre davanti a me, non so bene per quale motivo, ma so solo che alla fine ci siamo toccati e io sono finito a terra, sbattendo sulla spalla destra. Sono cose che non dovrebbero succedere a questi livelli e ne sono rimasto molto sorpreso”.

In serata il danese si sottoporrà ad accertamenti, ma non dovrebbe trattarsi di nulla di grave o tale da impedirgli di ripartire nelle prossime tappe. Anche se la figuraccia per gli organizzatori resta.

Paura Johannessen: problemi di stomaco, rianimato con l’ossigeno

Chi invece rischia di non riprendere la via del gruppo è il norvegese Tobias Johannessen, attualmente ottavo in classifica generale, staccato di 17’ da Pogacar. Secondo quanto riportato dalla TV di stato norvegese, il corridore della Uno-X Mobility sarebbe collassato una volta arrivato in cima al Ventoux, dopo aver concluso la tappa al 28esimo posto a più di 5’ da Paret-Peintre.

Thor Hushovd, ex corridore nonché general manager della formazione scandinava, ha fatto sapere che il malore di Johannessen è stato dovuto a un problema di stomaco che s’è manifestato nella parte finale della salita e che il corridore è stato prontamente soccorso dai sanitari dell’organizzazione e messo in sicurezza con l’ausilio di bombole d’ossigeno, anche per aiutare la ripresa aerobica dopo il grande sforzo compiuto nell’ascesa del Ventoux.

Attualmente Johannessen si trova in ospedale per accertamenti, ma visto il poco tempo a disposizione per recuperare non è escluso che domani possa decidere di non ripartire e interrompere la sua avventura al Tour, dove pure aveva messo nel mirino una top 10 davvero di notevole rilevanza. “Si sente molto meglio, ma solo dopo l’esito dei controlli avremo un quadro più definito”, ha fatto sapere la squadra norvegese in un comunicato. Insomma, il Ventoux conferma la sua anima bella e dannata: il fascino di una salita si misura anche dalle storie che riesce a raccontare.

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