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Che fine ha fatto Barbadillo, "el Patrulla" che divenne Tartufon

Il peruviano è stato uno degli stranieri più noti e apprezzati negli anni 80: in Italia ha giocato con Avellino e Udinese e c'è rimasto per sempre.

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In Perù e in Messico lo ricordano ancora oggi come “el Patrulla”, l’Autopattuglia, soprannome che gli hanno dato per via dell’irresistibile velocità con cui in campo seminava gli avversari. In Italia, invece, era ed è “el Tartufon”, nomignolo affettuoso mutuato da una storica pubblicità. Glielo cucirono addosso ad Avellino e qualcuno lo chiama così ancora oggi, anche se la folta zazzera di un tempo non c’è più. Geronimo Barbadillo, formidabile ala classe 1954, in realtà è essenzialmente un figlio d’arte. Suo padre Guillermo, infatti, è stato nazionale peruviano negli anni 40 e 50. Anche se Geronimo farà meglio, vincendo una Copa America, giocando un Mundial e facendo fortuna in Europa.

In Italia grazie a una bugìa

Barbadillo nasce a Lima il 24 settembre 1954. Cresce nello Sport Boys, si consacra al Defensor, debutta giovanissimo in nazionale con cui vince nel 1975 una storica Copa America. Ala destra veloce, tecnica e guizzante, si trasferisce in Messico, al Tigres Leon, con cui vince una coppa nazionale e due scudetti, il secondo nel 1982, anno in cui, dopo il Mondiale in Spagna, si trasferisce in Italia. “Pensavo di andare in una squadra da titolo, o comunque che lottasse per l’Uefa: così mi aveva raccontato il mio agente”, ha spiegato in un’intervista a SportChannel214. “Quando sono arrivato ad Avellino c’erano ancora le macerie del terremoto, scoprii subito che la squadra in realtà lottava ogni anno per salvarsi. Volevo scappare, pensai: dove sono capitato? Poi però ho visto il calore della gente, dei tifosi, così simile a quello del mio Perù. E quando sono andato via ho pianto”.

L’incedibile dell’Avellino

In quegli anni l’Avellino era una fucina di talenti e campioni, spesso ceduti a fine stagione per far cassa. “Il presidente Sibilia ha venduto Vignola, Tacconi, De Napoli: ma io ero incedibile. Una volta mi ha detto che altrimenti lo avrebbero ammazzato. Un’altra voleva convincermi a tagliare i capelli, mi suggerì pure il nome di un barbiere bravo, Sabatino”, ha ricordato Barbadillo. “Una volta rientrai il venerdì ad Avellino dopo una partita con la nazionale, non mi allenai neppure con i compagni ma feci una doppietta all’Ascoli. Sibilia mi disse che avrei dovuto giocare col Perù ogni settimana. Tra tutte le partite, quella che ricordo con maggior piacere è il 4-0 al Milan“. Nell’estate 1985, però, lo ‘scherzo’ del presidente non piacque all’estroso peruviano: “Mi cercavano Roma, Lazio, altre squadre. Invece fui ceduto di punto in bianco all’Udinese, dove avrei percepito lo stesso stipendio di Avellino“.

Il passaggio saltato da Maradona

Dopo un clamoroso tentativo di fuga dal ritiro, alla fine Barbadillo s’è convinto ad accettare Udine, dove avrebbe sostituito un certo Zico. E a Udine si è sistemato per sempre, nonostante abbia vestito i colori bianconeri soltanto per una stagione. Nel 1986-87, infatti, è stato messo fuori rosa, pagato per…stare in tribuna. In mezzo, un clamoroso passaggio saltato al Napoli raccontato in altre interviste, con tanto di colloquio con Bianchi e Maradona. “Un peccato, avrei lottato per il titolo, quello che volevo dalla mia esperienza in Italia“. Anziché al San Paolo, dopo qualche mese Barbadillo s’è ritrovato a San Giovanni al Natisone, tra i dilettanti della Sanvitese, ultimo atto della sua carriera. Curiosità: i colori della squadra erano gli stessi della nazionale peruviana, così che potesse sentirsi a casa. “Basta metterci un po’ di fantasia”, ha raccontato a Repubblica in un’intervista del tempo.

Barbadillo oggi: dalle pizzerie alle procure

In realtà già nel 1987 Barbadillo aveva intrapreso l’attività di imprenditore, gestore di pizzerie e ristoranti. La prima si chiamava “Gerry ‘O”, dal nome con cui tutti i compagni di squadra lo chiamavano negli allenamenti e in campo, durante le partite. Ma la fortuna non è arrivata con i forni, bensì con le procure di calciatori. Dopo aver collaborato a lungo con l’Udinese, Barbadillo – che proprio nella città friulana è rimasto a vivere – ha creato una società di procura per calciatori insieme al figlio e al genero, specializzata soprattutto nella compravendita di calciatori sudamericani, colombiani in particolare. Tra i suoi assistiti più celebri, Cristian Zapata e Andres Tello.

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