Felipe Massa si è legato al dito i fatti della stagione del 2008 che gli costarono il titolo di campione del mondo di F1. E l’ex Ferrari intende andare sino in fondo per fare giustizia del cosiddetto “crashgate“, lo scandalo che a quanto pare lo privò della possibilità di conquistare il Mondiale, andato poi a Lewis Hamilton. E ancora una volta il brasiliano ha ribadito la sua ferma intenzione di riscrivere la classifica di quel campionato, con la certezza di potercela fare.
- Massa all'ePrix di San Paolo di FE: "Possiamo farcela, sul crashgate combatteremo sino alla fine"
- Il caso crashgate: cos'è e le conseguenze
- Massa potrebbe vedersi assegnato il titolo 2008?
Massa all’ePrix di San Paolo di FE: “Possiamo farcela, sul crashgate combatteremo sino alla fine”
Presente all’ePrix di Formula E di San Paolo (vinto per la cronaca dal veterano della serie Sam Bird, regalando a McLaren la prima vittoria stagionale nella competizione, davanti a Mitch Evans ed Oliver Rowland: ma in classifica resta leader Nick Cassidy, pur non riuscendo a completare la propria gara), Massa parlando con i giornalisti non si è potuto esimere dal commentare la causa che sta portando avanti contro la FIA:
“Credo di aver detto tutto quello c’era da dire a riguardo, ovvero che questa è una vicenda per la quale combatteremo sino alla fine. Ora non dipende più da me ma dagli avvocati. Ho al mio fianco un gruppo di persone davvero molto brave, con dei professionisti al lavoro su questo caso. E penso che abbiamo tutte le possibilità per vincere la causa. L’unica cosa che posso aggiungere è che stiamo lottando, perché quello che mi è successo è stata una ingiustizia”.
L’ex pilota ha depositato la propria richiesta risarcitoria tramite i suoi avvocati presso l’Alta Corte di Giustizia di Londra: le parti chiamate in causa sono la citata FIA, ma anche la FOM e Bernie Ecclestone, all’epoca dei fatti dominus incontrastato della F1: egli medesimo ha riconosciuto il fatto secondo cui Massa ha subito un atto di ingiustizia, ammettendo il fatto che non si fece nulla per “proteggere lo sport da un enorme scandalo“. E dicendosi dispiaciuto per l’ex ferrarista.
Il caso crashgate: cos’è e le conseguenze
Per capirci, il caso crashgate risale al GP di Singapore, quartultimo atto della stagione 2008, e riguarda l’incidente subito dalla Renault di Nelson Piquet Jr, andato a muro. Non un semplice imprevisto di gara, ma da quanto si scoprì successivamente un atto intenzionale deliberato dal team per favorire Fernando Alonso, allora compagno di squadra del figlio d’arte.
In questo modo lo spagnolo aveva ricevuto un vantaggio per cercare di ottenere la vittoria del GP, dopo che aveva già effettuato il primo pit-stop. Alla fine arrivò veramente il primo posto, mentre sul podio salì al terzo posto Lewis Hamilton, ottenendo sei punti per la propria classifica.
Massa potrebbe vedersi assegnato il titolo 2008?
Massa, invece, concluse a quota zero a causa di un problema nella sosta, quando ripartì dal box con il tubo della benzina ancora collegato alla monoposto. Il brasiliano si ritirò, e l’episodio di Singapore (per cui allora pagarono inizialmente il team principal Flavio Briatore, radiato dopo gli esiti dell’inchiesta FIA, e l’ingegnere Pat Symonds: successivamente il Tribunal de Grande Instance di Parigi ha annullato le decisioni che furono inflitte a entrambi) contribuì a determinare l’esito del Mondiale 2008, vinto alla fine da Hamilton con un solo punto di vantaggio su Massa. È da vedere se possa essere veramente riassegnato il titolo nel caso in cui l’ex pilota vincesse la causa, mentre allo stato attuale sarebbe più fattibile un risarcimento economico.
La causa portata avanti da Felipe Massa: la lettera dei suoi legali