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F1, crisi Ferrari: Binotto si sfoga e svela il suo peggior errore

Il team manager della Ferrari: "Non mi hanno lasciato solo".

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Il team principal della Ferrari Mattia Binotto in un’intervista al Corriere della Sera torna a parlare del momento difficile della scuderia di Maranello, negando di essere stato lasciato solo dall’azienda: “È una delle cose più sbagliate che sento. Non sono solo, ve lo posso assicurare. Con Louis Camilleri mi sento più volte al giorno, con il presidente John Elkann regolarmente. Ricevo i loro consigli, sicuramente il loro stile di leadership è diverso da quello a cui eravamo abituati in passato. Ma non sono solo, proprio no”.

Proprio con Elkann Binotto si è confrontato negli scorsi giorni, dopo la debacle in Belgio: “Voleva capire perché siamo andati così male, se stiamo regredendo anziché progredendo. Analizzare ed eventualmente dare il supporto di ciò che serve per migliorare. Monza? Potrebbe andare come in Belgio perché i nostri punti deboli sono nel motore. Potrebbe andare meglio perché Spa è più severa sull’aerodinamica”.

Binotto ammette che il suo peggior errore da team principal è stato “aver sbagliato il progetto di questa macchina. La SF1000 era nata per cercare più carico aerodinamico sapendo di contare su un motore superiore. Poi ci sono state le direttive tecniche e ci siamo trovati una macchina con alta resistenza all’avanzamento e pochi cavalli. Dalla somma delle due cose è nato il problema”.

“Le direttive della Federazione non sono una punizione perché non hanno colpito solo noi: tutti i motoristi hanno perso prestazioni, chi più e chi meno. Nel 2019 coprivamo i limiti della vettura con il motore”. Poi il Covid e il congelamento delle regole hanno complicato tutto.

Binotto non si sente in bilico: “So di avere il supporto dei miei responsabili. Però mi sono messo in discussione da solo, ho riflettuto se posso essere adatto al ruolo di team principal. Sono diventato team principal senza preavviso un anno e mezzo fa. Serve tempo, a tutti i i cicli vincenti è servito. Se ripenso alla Ferrari del 1995 e a quella del 2000, erano cambiate molte cose. Questa riorganizzazione non sarà l’ultima”.

L’obiettivo è il 2022: “Facciamo parte di una storia straordinaria. La Ferrari ci sarà sempre per competere ai massimi livelli. Siamo la scuderia che sta investendo di più per tornare al vertice”.

Serve pazienza, anche per Leclerc: “Lui è cresciuto con noi, conosce i valori della Ferrari ed è molto legato. Fa parte di una famiglia speciale e lo sa. Quest’anno è importante, penso che un giorno potrà dire: “Quelle difficoltà mi sono state utili”. Ha il talento, e sta crescendo anche come leader in questo periodo difficile. Spesso gli parlo di Schumacher, arrivato nel ‘96 e campione nel 2000. Lui può ripetere quel percorso”.

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