Le polemiche sulla Formula 1, dopo il surreale Gran Premio del Belgio a Spa, sono state innumerevoli. E molto critici con la gestione della gara sono stati anche tantissimi dei piloti in pista domenica. Non tutti, però, dato che una delle voci fuori dal coro è quella di Daniel Ricciardo.
“Non voglio cercare di sembrare intelligente a tutti i costi, ma la mia risposta più semplice ed educata riguarda la fisica. Le nostre macchine facevano fatica anche solo a rimanere in strada. Forse potevamo gareggiare, magari con l’obbligo di correre più piano, ma non avremmo risolto il problema. Perché qualcuno avrebbe potuto comunque provare a spingere di più. E questo avrebbe scatenato un incidente molto grave”, è la lettura del giorno dopo da parte del pilota della McLaren.
L’australiano ammette che rispetto al passato la decisione è stata diversa. Ma questo non è necessariamente qualcosa di negativo: “La mentalità è cambiata. Negli anni in cui era normale che ci fossero morti in Formula 1 non ero ancora nato. Ho la certezza che già all’epoca i lutti fossero terribili da affrontare, ma purtroppo erano qualcosa che si metteva in conto. Con la mentalità di ora, probabilmente negli anni ’60 avrei fatto un altro mestiere. Perché questo è uno sport, non può essere una roulette russa. E se si balla tra la vita e la morte, non ne vale la pena”.