Alla fine ha scelto Napoli. Avanti insieme. Conte ha smentito chi da settimane, mesi, lo dava già alla Juventus. Nonostante non sia mancato qualche attrito con la società, il tecnico pugliese ha preferito continuare la sua avventura alla falde del Vesuvio dopo lo scudetto vinto, ma soprattutto dopo l’incontro chiarificatore con De Laurentiis. In una lunga intervista al Corriere della Sera, l’ex dice tutto e spiega le ragioni che lo hanno spinto a rimanere nel capoluogo campano.
- Napoli, Conte allo scoperto: il ritorno alla Juventus
- Le liti con con De Laurentiis e il faccia a faccia decisivo
- Il ruolo della famiglia nella scelta di rimanere a Napoli
- Il rapporto con la squadra
Napoli, Conte allo scoperto: il ritorno alla Juventus
Lo aveva già spiegato nei giorni scorsi nella doppia punta di puntata di Federico Buffa Talks di cui è stato protagonista su Sky e lo ha ribadito al CorSera: “Non ho avuto contatti con nessuno, perché a chiunque abbia provato a cercarmi con terze persone ho sempre risposto che avrei parlato con il club a fine stagione come si fa sempre”.
Tra gli addetti ai lavori era maturata la convinzione da parte di molti che al richiamo di casa, ossia della Juventus, Conte non avrebbe potuto opporsi. Ma non è stato così. E lo ribadisce per zittire una volta per tutte le voci che hanno accompagnato e rischiato di rovinare il finale di stagione. “Solo se l’incontro non avesse soddisfatto le parti avrei aperto a un’altra situazione, avendo comunque un contratto con il Napoli per altri due anni”.
Le liti con con De Laurentiis e il faccia a faccia decisivo
Durante i festeggiamenti scudetto sul prato del Maradona qualcuno aveva giudicato freddo l’abbraccio tra De Laurentiis e Conte, ipotizzando uno Spalletti bis. In realtà, nonostante qualche attrito (e qualche sfuriata del tecnico in sala stampa), tra i due – legati da un rapporto d’amicizia – non si è mai consumato uno strappo impossibile da ricucire. E, infatti, è bastato vedersi nei giorni successivi alla conquista del tricolore per trovare la squadra.
“Nel nostro incontro ci siamo chiariti, parlare è stato fondamentale. Lui ha capito gli errori o comunque le situazioni che devono essere migliorate. Ho un contratto e il chiarimento è stato il punto chiave. Il resto sono state voci che hanno fatto male, non hanno tenuto conto di come sono fatto io” ha spiegato l’allenatore, che con Mauro Berruto ha scritto il libro “Dare tutto, chiedere tutto”, pubblicato da Mondadori.
Il ruolo della famiglia nella scelta di rimanere a Napoli
La famiglia Conte ha vissuto la città a 360 gradi, al punto che c’è anche chi ha ipotizzato che dietro la sua decisione di proseguire l’avventura in azzurro si celassero le pressioni della moglie Elisabetta.
Antonio chiarisce anche questo punto: “La famiglia è un punto di riferimento ma certe scelte le faccio io. Mia moglie, mia figlia stanno molto bene a Napoli ed è un dato di fatto. Ma poi sono io che devo allenare tutti i giorni una squadra, loro non c’entrano nulla”.
Il rapporto con la squadra
Conte ha ereditato una squadra piazzatasi al decimo posto e a -41 dall’Inter campione d’Italia e l’ha portata a vincere il tricolore. Un’impresa titanica ch’è frutto anche del rapporto creatosi con la rosa a sua disposizione. Un rapporto che si è cementato nel tempo, partita dopo partita.
Perché all’inizio “a questa squadra all’inizio mancava quello che io chiamo il coltello nel calzino. Serve cattiveria sportiva, si va in guerra senza scrupoli. Mi hanno seguito fin dal primo giorno, e alla fine sono riusciti a mentalizzare il concetto di fatica, di sacrificio”.