Nome: Francesca Piccinini. Altezza: 1,85m. Segni particolari: regina del volley italiano. Francesca è un vero totem della pallavolo nostrana, ha vinto praticamente tutto. Nella sua incredibile carriera lunga 26 anni ha già archiviato 5 campionati italiani, 6 Coppe dei Campioni, 1 coppa Cev, 1 Coppa delle coppe, 3 coppe Italia e soprattutto la vittoria, da schiacciatrice titolare, del Mondiale del 2002. E nonostante i 40 anni che incombono, ancora spara a tutta forza da posto 4 e in seconda linea continua a essere la garanzia di sempre. Anche quest’anno con la maglia della Igor Novara punta a grandi traguardi, giocando accanto a Paola Egonu e Cristina Chirichella, tanto per fare due nomi. Ma Francesca non è solo una campionessa in campo, col tempo è diventata una vera icona del volley italiano: bellissima da meritare copertine e calendari, carismatica da spendersi in prima persona nel Consiglio Federale, positiva perché mai legata a polemiche o sospetti. Una regina che ha contribuito non poco a fare della pallavolo qualcosa di più un semplice sport.
Abbiamo letto che questa potrebbe essere la tua ultima stagione in campo, è proprio così?
E’ un argomento di cui preferisco non parlare adesso. E’ prematuro. Devo concentrarmi sulla stagione con Novara. Ho accettato questa avventura perché la squadra è ambiziosa e abbiamo tanti traguardi da centrare. Per questo voglio rimanere concentrata sulla stagione agonistica e non pensare ad altri discorsi. Pensavo che sarei andata in campo solo per qualche spezzone di partita, invece… sto giocando tantissimo!
Significa che il fisico regge alla grande!
Sì, è la verità. Sono in gran forma. E mi sento che la squadra ha ancora bisogno di me.
Ti sei mai immaginata cosa potrebbe esserci dopo?
Credo che la pallavolo, dopo una vita passata in campo, ormai ce l’ho nel sangue. Non vorrò mai abbandonarla. Già oggi per esempio oltre a giocare sono anche membro del Consiglio Federale: certo non posso essere assiduamente presente alle riunioni, ma se c’è da dare una mano non mi tiro indietro. Di una cosa sono certa: fare l’allenatrice o la direttrice sportiva non fa per me.
Quindi che ruolo ti stuzzicherebbe?
Sicuramente un ruolo diciamo così istituzionale al servizio del movimento e soprattutto delle più giovani.
Tu hai iniziato 26 anni fa ad alto livello. Ti piace l’evoluzione che ha avuto la pallavolo nel corso degli anni?
Sì, assolutamente. Sono cambiate le regole, il pallone, il terreno di gioco. Prima le partite erano lunghissime e noiose, col cambio palla. Molto meglio come ora. E poi oggi la pallavolo ha una dimensione più spettacolare, più coinvolgente anche per il pubblico
Anche voi atlete siete molto più valorizzate, siete quasi delle dive oggi…
Sì, a me non dispiace questo aspetto. Anche se una diva non mi ci sento. Io in generale amo molto il contatto coi miei tifosi e se mi chiedono un autografo o una foto non dico mai di no. Non come quella mia ex compagna…
A chi alludi?
A Keeba Phipps. Era il mio idolo. Una giocatrice eccezionale. Una volta, ero una ragazzina, mi avvicinai a lei e timidamente le chiesi un autografo e lei me lo rifiutò. Ci rimasi malissimo e mi misi persino a piangere. Poi però mi sono vendicata… Dopo alcuni anni io e lei siamo diventate compagne di squadra a Bergamo e allora le ricordai la cosa: “Sei stata proprio str…!”. E ci abbiamo riso su. E poi il massimo della vendetta fu il Mondiale del 2002, quando io vinsi e lei no
Tu sei anche un’icona, una donna immagine del tuo sport. Hai pure posato per Playboy e fatto un calendario sexy. Che esperienze sono state?
Mi ricordo che Playboy mi propose la copertina perché doveva rilanciarsi in una veste meno osé e ho accettato volentieri, così come anche l’esperienza del calendario. Certo oggi a 40 anni non lo rifarei, ma allora erano altri tempi ed è stato divertente. Io prima di tutto penso che una atleta non debba limitarsi a fare la sportiva, se si piace perché no? A me piace sia che mi dicano brava per come gioco, sia che mi dicano bella, ci mancherebbe. Poi la coppa del mondo non l’ho vinta certo per la bellezza, ma perché gioco bene a pallavolo. Sono una donna e se dalle tribune, tra le varie cose, mi gridano: “bella f…!” non mi offendo (risata)
La pallavolo appare come uno sport pulito: pochissimi casi di doping, rarissime polemiche, zero o quasi sospetti di partite truccate. E’ proprio così?
Io posso dirti la mia esperienza personale: io bevo solo acqua, anche nei time out. E’ vero ci sono integratori che aiutano ed esistono amminoacidi ed altre sostanze consentite dal regolamento, ma io non ne ho mai voluto sapere.
Da ultimo un ricordo su una tua ex compagna sfortunata: Sara Anzanello, scomparsa pochi giorni fa
Sara era una ragazza fantastica, forte, amava la pallavolo ed era innamorata della vita. Non ci sono parole per descrivere il dolore che abbiamo provato. La ricorderemo per sempre.
VIRGILIO SPORT