In una giornata così splendente, la folla silenziosa davanti alla chiesa di San Lorenzo a Giaveno si è raccolta per accogliere il feretro di Matilde Lorenzi, neanche 20 anni, deceduta dopo un incidente assurdo quanto imprevedibile durante un allenamento sul ghiacciaio in Val Senales con la nazionale junior di sci.
Era una promessa, ma soprattutto una ventenne sportiva, amante delle sue montagne, attorniata da affetto e ammirata in grado di suscitare orgoglio nei suoi fratelli, nei suoi genitori, da parte di allenatori e tecnici. Mati viene salutata da tutti, dalla sua comunità, dal movimento sport invernali, gli amici e le compagne che hanno condiviso con lei questi anni di gare e sacrificio.
- I funerali di Matilde Lorenzi a Giaveno
- Il ricordo della mamma
- Il richiamo alla sicurezza sugli sci del padre
- Abodi e Rauti in prima fila, il mondo dello sci presente
- La locandine e il progetto #Matildina4safety
I funerali di Matilde Lorenzi a Giaveno
Matilde arriva quando la piazza di Giaveno, in un mutismo assoluto, è rimpita da quanti non si capacitano di quel che è accaduto e che, però, trovano le risorse per un gesto umano, di vicinanza e rispetto nei suoi riguardi e nei confronti della sua famiglia. Mamma Elena, papà Adolfo, i fratelli Lucrezia, Giosué e Matteo e il fidanzato Federico Tomasoni – campione a sua volta di freestyle, 27enne bergamasco di Castione della Presolana, azzurro di Skicross bronzo a squadre agli ultimi Mondiali – si sono abbracciati a lungo davanti alla bara in cui riposa la loro Mati, sulla quale è stato posato un cuscino di rose rosse e bianche.
In prima fila, in chiesa, ci sono le persone a lei care, che la avevano sostenuta ed arricchita in questi 19 anni. Davvero pochi per celebrare un funerale e a seguito di una scomparsa dai tratti così ingiusti.
Oltre ai suoi genitori, i fratelli e il suo fidanzato – riconoscibili tra gli scatti dei fotografi e i video delle agenzie – c’è anche sua nonna Rosina. Per Matildina, la chiamavano così i suoi cari.
Prima che le esequie abbiano inizio, Federico ha trovato le parole per ricordare Mati. Alla Gazzetta dello Sport, dopo il rosario, ha detto: “Matilde era un angelo, la parte più bella della mia vita”. E ha condiviso le fasi della loro relazione, incominciata a maggio, i momenti della loro vacanza a Ibiza e i progetti. L’amore per la montagna, lo sci.
Non mancano i compagni e le compagne giunti per rendergli omaggio, nel dolore lacerante per quersta scomparsa così ingiusta e incomprensibile. In prima fila siede anche il ministro dello Sport, Andrea Abodi, accanto ai massimi rappresentanti dell’Esercito, di cui era tesserata Matilde.
Il ricordo della mamma
Strazianti le frasi pronunciate da sua madre, che si è costretta a parlare nonostante la perdita della sua Mati. Ha letto una lettera per mettere ordine, dove non può esserci alcuna logica:
“Hai voluto arrivare di fretta, il 15 novembre 2004, e lunedì hai deciso di andartene via di fretta. Ma io voglio solo ringraziarti, perché io e papà abbiamo avuto la fortuna di essere stati scelti da te come genitori”. “Eri riservata, ti aprivi con calma – ha detto – ci hai donato tantissimo. Te ne siamo grati. Devi continuare a sciare là dove sei. Ti adoro. Grazie Matilde”.
I familiari di Matilde Lorenzi
Il richiamo alla sicurezza sugli sci del padre
Anche suo padre Adolfo ha deciso di esternare, esprimersi per lanciare e dare vigore alla loro iniziativa che si legge sui manifesti appesi nella loro Giaveno, in questa giornata di lutto, per migliorare lo standard di sicurezza nello sci dopo la tragica morte di Matilde.
“Matilde con la sua scomparsa – ha ribadito anche prima del funerale – ci hai chiamato a fare un duro lavoro, che dovrà essere fatto da tutti, insieme. Per questo busseremo a tutte le porte. Il progetto che porteremo avanti la manterrà in vita per tutti noi”.
Anche Lucrezia, nazionale di sci in specialità molto dioverse da quelle amate da Mati, ha deciso di leggere quanto ha avuto la forza di tarsmettere: “Ci lasci un vuoto immenso, devastante, mi manca l’aria da lunedì. Sono sicura che sarai proprio tu a guidarmi nelle mie scelte. Sono immensamente grata di averti avuta come sorella. Buona discesa libera Matildina”.
Abodi e Rauti in prima fila, il mondo dello sci presente
Dicevamo che, seduti in prima fila, erano presenti anche il ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi, e la sottosegretaria alla Difesa Isabella Rauti, il sottocapo di Stato Maggiore dell’Esercito Salvatore Camporeale e il comandante delle truppe alpine Michele Risi. Accanto alla bara di Matilde, oltre agli sci con il suo nome c’è anche un cappello da alpino.
Il ministro Abodi, Isabella Rauti e le massime autorità dell’Esercito
Tante le divise che richiamano i colri delle società sportivi di sci, di compagni e compagne che si sono spinti oltre il dolore e lo choc della perdita per compiere un gesto di responsabilità. Di consapevolezza, per quanto capitato a Matilde in un banale e consueto allenamento. Sono tanti, tantissime queste divise, con al braccio il suo nome.
La locandine e il progetto #Matildina4safety
Le locandine che si vedono per il piccolo centro, testimoniano la volontà di non abbandonare la ricerca di un senso, anche solo con questo progetto a questo tsunami che li ha investiti.
Con lo slogan #Matildina4safety e una sua foto di gara, viene dunque lanciata la «Raccolta fondi: più sicurezza in pista», che il padre della ragazza, fin da subito ha annunciato di volere aprire. “Con il tuo contributo, possiamo percorrere una nuova strada, nel ricordo di Mati. Il tuo passaparola farà la differenza”.