L’ultimo salute all’eroe delle notti magiche di Italia ’90. “Ciao Totò, figlio di Palermo” si legge su uno striscione esposto nel sagrato della Cattedrale del capoluogo siciliano dove si sono celebrati i funerali di Schillaci, scomparso all’età di 59 anni per un tumore al colon.
- In migliaia per l'ultimo saluto a Schillaci: l'omaggio della Fifa
- Applausi e cori per Totò: sulla bara la maglia azzurra
- Da Bergomi a Matarrese: ecco chi ha presenziato ai funerali
- L'omelia di monsignor Sarullo: “Schillaci, volto bello di Palermo”
- La benedizione dell'arcivescovo e un campetto intitolato a Totò
- L'uscita del feretro: i fratelli e i nipoti reggono la bara tra gli applausi
In migliaia per l’ultimo saluto a Schillaci: l’omaggio della Fifa
Amato da Nord a Sud, Schillaci ebbe il grande merito di mettere tutti d’accordo grazie allo splendido Mondiale in casa del 1990, di cui fu assoluto protagonista. Più di mille persone hanno raggiunto la Cattedrale di Palermo per il rito delle esequie dell’ex attaccante di Messina, Juventus e Milan officiato da monsignor Filippo Sarullo. All’ingresso della chiesa due corone di fiori, una della Fifa e l’altra del presidente Gianni Infantino, a testimonianza di quanto Totò abbia dato al calcio.
E non poteva mancare una corona tricolore della Figc, con il numero uno Gabriele Gravina che ha partecipato alla funzione.
Applausi e cori per Totò: sulla bara la maglia azzurra
Lacrime, commozione ma anche tanti applausi e cori hanno scandito l’ingresso del feretro di Schillaci in chiesa. Adagiata sulla bara la maglia azzurra dell’Italia, che ha onorato come meglio non avrebbe potuto laureandosi capocannoniere di Italia ’90 con sei gol e facendo sognare un intero Paese.
Non solo: anche una casacca del Palermo, un tricolore e le sciarpe di Messina, squadra con cui fece il suo esordio tra i professionisti, Juventus e Inter, ultimo club italiano in cui militò prima di andare a chiudere la carriera in Giappone con lo Jubilo Iwata.
Da Bergomi a Matarrese: ecco chi ha presenziato ai funerali
Tra i presenti anche Antonio Matarrese, che ai Mondiali del 1990 era presidente della Federazione. E, ancora, Beppe Bergomi, compagno di Nazionale e anche ai tempi dell’Inter. Quindi, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla e il presidente del club rosanero Dario Mirri e capitan Brunori. “È stato l’eroe di tutti noi, Totò univa e non divideva”.
Questo il ricordo commosso di Bergomi, che ha aggiunto: “Ci legava un’amicizia profonda, mi sembrava giusto essere qui”. “Un grande giocatore e un bravo ragazzo”: così Gigi De Agostini, che con Schillaci è stato compagno di squadra alla Juve e in maglia azzurra.
L’omelia di monsignor Sarullo: “Schillaci, volto bello di Palermo”
Nella sua omelia monsignor Sarullo, parroco della Cattedrale di Palermo, ha voluto ricordare la favola di Schillaci, arrivato ai Mondiali dopo essere partito da un quartiere difficile del capoluogo siciliano. Perché – ha detto – “la favola si realizza non attraverso followers, ma lavorando in silenzio e umiltà, come ha fatto Totò, eroe della vita, eroe del riscatto”. Di Schillaci dice che è “il volto bello di Palermo, della Palermo che non molla”. Ed è stato un esempio. “Palermo non è solo malavita e grazie al tuo coraggio hai sfatato questa etichetta”.
La benedizione dell’arcivescovo e un campetto intitolato a Totò
Terminata l’omelia, è stata la volta della benedizione da parte dell’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice. “Pur non avendo mai giocato col Palermo, era la sua fede calcistica. E oggi questa fede e quella in Gesù si incontrano. Voglio ringraziarlo per essere stato nella strada con i giovani”. Durante i funerali è stata lanciata una raccolta fondi, il cui ricavato contribuirà al restyling di un’area all’interno della parrocchia dove sono presenti due campetti, uno spazio adibito a teatro e altri per attività di doposcuola e ludiche. Uno dei campetti sarà intitolato proprio a Schillaci.
L’uscita del feretro: i fratelli e i nipoti reggono la bara tra gli applausi
Ancora cori e un lungo applauso all’uscito del feretro dalla chiesa. A reggere la bara i fratelli di Schillaci, Giuseppe e Giovanni, e anche il nipote Francesco Di Mariano, calciatore del Palermo.