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Giacomo e Fabrizio: compagni di classe e bicampioni olimpici

I due 19enni sono gli eroi delle Paralimpiadi azzurre

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Giacomo e Fabrizio: compagni di classe e bicampioni olimpici Fonte: 123RF

Inarrestabili. I 19enni Giacomo Bertagnolli e Fabrizio Casal hanno conquistato la seconda medaglia d’oro alle Paralimpiadi invernali di Pyeongchang in Corea del Sud.

Il fortissimo duo dello sci azzurro si è imposto nello slalom speciale, categoria visually impaired, davanti agli slovacchi Jakub Krako e Branislav Brozman (già vincitori nel Superg) e alla coppia russa formata da Valery Redkozubov e Evgeny Geroev. Per i due trentini è la quarta medaglia dopo l’oro nel gigante, l’argento nel SuperG e un bronzo nella discesa libera. “E’ successo di tutto, prima dello start – ha detto Bertagnolli – avevo gli scarponi molli, faceva caldo, si è spento l’auricolare”. “Una grande soddisfazione – ha dichiarato invece Casal- ci ho creduto a tutto questo, prima di partire, ho fatto tanti sacrifici per essere qui e non dimenticherò mai l’impresa fatta con Giacomo”.

Una intesa pazzesca e vincente, nata anni fa: Giacomo, nato con con un problema al nervo ottico ma sciatore da tre anni, ha conosciuto Fabrizio, che sarebbe diventato la sua guida, a 12 anni. Un’amicizia forte, proseguita sui banchi di scuola all’istituto scienze umane di Trento.

La coppia si è formata in pista durante la stagione 2016. Bertagnolli a causa di un’atrofia al nervo ottico ha soltanto 0,5 decimi nell’occhio sinistro e 0,9 in quello destro: vede solo delle ombre e in pista segue il compagno di scuola, collegato via bluetooth: “Io, da dietro, gli comunico se deve aumentare o diminuire la velocità”.

Inizialmente Giacomo, iniziato allo sci da nonno Alfredo, è guidato da Marcellino Degiampietro, e poi da Achille Crispino: un infortunio di quest’ultimo, che diventerà il suo mentore, lancia l’accoppiata con il coetaneo Casal.

“Io mi fido di lui e questa è la cosa più importante quando hai una disabilità visiva. Se scendessi col timore che davanti qualcosa possa andare storto, approccerei le gare in maniera sbagliata, con la paura. Nello sci è importante sentirsi liberi e venir giù senza pensieri”, le parole di Bertagnolli riportate da Vanity Fair.

 

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