In tempi relativamente recenti, una delle bibbie del padel – l’autorevole Padel Alto – ha steso una sorta di top10 dei migliori giocatori che abbiano partecipato al circuito professionistico di questa disciplina che esiste dal 1986 quando questo sport incominciò ad essere strutturato e la competizione, i tornei furono ordinati secondo calendari e gli stessi protagonisti furono elevati al rango di professionisti.
Tra costoro, forse solo una può definirsi una autentica leggenda del padel, ossia Fernando Belasteguin, che ha dominato dalla vetta per 16 anni consecutivi identificandosi con la racchetta. Non è il solo a figurare in una speciale classifica.
Il magazine ricorda due professionisti agli antipodi, in cerca di divertimento più che di celebrità nell’Argentina degli anni Ottanta quando il padel incominciò a penetrare e a divenire una attività forse ancora elitaria, ma comunque nota tra i giovani di quella generazione che si affacciava finalmente alla vita.
- I fratelli Javieri e Gustavo Maquirriain
- Chi è Sanyo Gutierrez
- Roberto Robi Gattiker, padel sempre
- Alejandro Galan, il presente
- Paquito Navarro, lo spettacolo
- Pablo Lima, il brasiliano del padel
- Juan Lebron, inevitabile ascesa
- Alejandro Lasaigues, l'imbattibile
- Juan Martin Diaz, “El Galleguito” metà della leggenda
- Fernando Belasteguin, la sola leggenda
I fratelli Javieri e Gustavo Maquirriain
I fratelli argentini Javier e Gustavo Maquirriain si sono ritagliati una celebrità insperata, quasi stupefacente per l’incisività del suo contributo. Gustavo è ricordato come l’ideatore della vibora, una sorta di Platini del padel: diventata uno dei colpi fondamentali del gioco, e anche della dormilona. Javier, invece, nonostante il successo nel padel ha continuato a dedicarsi agli studi di medicina e anni dopo è diventato medico della nazionale argentina di Coppa Davis. È scomparso, purtroppo, nel 2018 all’età di 55 anni a causa di un cancro al cervello.
All’epoca i due fratelli argentini erano considerati i migliori, imbattibili e Gustavo Maquirriain era uno dei più responsabili della creazione dell’Associazione Professionale di Padel (APP) in Argentina; è stato uno dei primi ‘Coach’ che erano nel Padel Professional come ha accompagnato Alexander Lasaigues e Horacio Álvarez Clementi nel tour spagnola alla fine del 1989, dove erano vittoriosi nel Masters di Madrid (a quel tempo il campionato che ha assegnato i migliori premi in denaro). Competente come pochi, a livello tecnico. Elegante, quasi perfetto nell’esecuzione fu chiamato da Alejandro Lasaigues con un paragone che in ambito calcistico è quasi un elogio intrinseco:
“È il Platini del pádel”.
Chi è Sanyo Gutierrez
Se i fratelli argentini hanno inciso perché il padel acquisisse notorietà e anche una maggiore componente tecnica, Sanyo Gutierrez è l’emblema contemporaneo di questa disciplina così come viene giocata modernamente. Talento e intelligenza tattica meriterebbe un posto ancora più in alto nella top-10.
Nel World Padel Tour l’argentino di San Luis, classe 1984, è il terzo giocatore nella storia più vincente in assoluto, con 37 titoli (almeno uno a stagione) dal 2013. È diventato numero uno del mondo insieme al connazionale Maxi Sanchez nella stagione 2018, interrompendo il “regno” di Fernando Belasteguin che aveva inaugurato un corso durato 16 anni e che si è concluso lascindo spazio alle giovani leve come Sanyo Gutierrez.
Carlos Daniel Gutierrez, conosciuto da tutti come Sanyo, è uno dei migliori giocatori di sempre tra le pagine di questo sport. Nato nel 1984 e cresciuto in Argentina, Sanyo ha scelto di vivere la Spagna per coltivare il suo sogno tra bandeja e vibora e che lo vede celebrarsi ancora oggi, a 38 anni, quale protagonista del World Padel Tour. Il Mago di San Luissi è avvicinato al padel a 11 anni, da piccolissimo, eppure sognava di diventare un calciatore come tutti i bambini della sua genrazione.
“Mio padre voleva vedermi in un grande club. Sono riuscito a distinguermi rispetto ai miei coetanei, a 16 anni sono arrivato in un club ma non mi piaceva l’atmosfera; quindi, ho scelto di lasciare e di seguire il padel”, una mossa controcorrente ma che lo ha ripagato perché ancora oggi è al top di questo sport.
Il passo fondamentale arriva però nel 2006, quando lascia l’Argentina per trasferirsi in Spagna e per poter continuare così in Europa la sua carriera. Il suo primo approccio con il successo nel World Padel Tour arriva nel 2011 con la vittoria a Maiorca in coppia con l’altro argentino Sebastian Nerone, in una squadra che durerà anche l’anno successivo e li vedrà vincere in quattro tornei spagnoli.
Nel biennio 2013-2014 scala le classifiche con Maxi Sanchez ma dopo un breve periodo di carriera in coppia con Juani Mieres – con il quale vincerà a Madrid nel 2015 – si unisce a Paquito Navarro, centrando altri due anni da fenomeni del circuito. Fino al 2023, quando si conferma ancora al vertice. L’ultimo colpo di scena ce lo ha riservato nell’aprile scorso quando ha deciso di separarsi da Fernando Belasteguin, con il quale costituiva una coppia vintage nello stile ma divertentissima e spettacolare sul versante del gioco.
Sanyo Gutierrez
Roberto Robi Gattiker, padel sempre
Altro nome da non dimenticare è quello dell’argentino classe 1967 Robi Gattiker che si è rivelato, in carriera, uno dei primi veri fuoriclasse del padel, formando insieme ad Alejandro Lasaigues una coppia imbattibile che non ha perso una singola partita per cinque stagioni consecutive, dal 1992 al 1996.
Come è capitato a molti, Gattiker incomincia a giocare a tennis rimanendo in una sorta di limbo senza riuscire a spiccare rispetto alle sue ambizioni fino a quando non prova con il padel, che gli restituisce quelle soddisfazioni attese e ambite.
In una recente intervista a Padel magazine ha spiegato la rinascita del fenomeno in Argentina, dove rappresentava il secondo sport nazionale dopo il calcio tra gli anni Ottanta e Novanta, e che complice la pandemia ha ritoccato quota:
“La tecnologia ha fatto passi avanti giganteschi e così ci ritroviamo a giocare in campi con le pareti in vetro e la superficie in erba sintetica, le racchette in carbonio e le scarpe adatte. A livello di gioco, i nuovi top player sono più potenti ma meno abili tecnicamente. Sono più esplosivi, capaci di eseguire la transizione dalla difesa all’attacco in maniera decisamente più rapida di una volta e con lo smash sono diventati devastanti. Però si è perso tanto nella tattica e strategia di gioco, nella difesa, nella pazienza. È diventato uno sport dove bisogna essere prima grandi atleti che ottimi giocatori”.
Alejandro Galan, il presente
Classe 1996, professionista dal 2016 incomincia a giocare in coppia con Juan Lebron, col quale domina il circuito del World Padel Tour dal 2020. Da quando si sono presi il numero uno del ranking l’hanno sempre saputo conservare, rischiando davvero in una sola occasione.
Potente e elegante, la sua carriera sembra appena incominciata nonostante gli anni di attività, il dominio ai vertici evidenti e una certa capacità ancora di crescita che lo vede proiettato verso una carriera di lunga durata.
Paquito Navarro, lo spettacolo
Di certo spettacolare, e quindi amato dal pubblico di appassionati, Paquito Navarro non vanta un curriculum esemplare paragonabile ai suoi predecessori e quindi non si meriterebbe quel podio che la simpatia umana, al contrario, gli attribuirebbe.
Nato a Siviglia il 10 febbraio 1989, Navarro ha un certo guizzo e una predisposizone al gioco che lo porta sui campi piccolissimo ad appena 5 anni. L’avvio è scoppiettante, narrano le biografie, e il giovane spagnolo a 10 anni è più di una promessa del padel che ha praticato senza passare per il tennis, percorso un po’ anomalo.
Durante i ritiri estivi della famiglia ad Aguadulce (Almería), rimaneva a guardare le partite di suo fratello e suo padre, sperando che alla fine si unissero un po’ a lui per poi acquisire le basi del gioco. Dopo essere stato più volte secondo, è riuscito a vincere il campionato del mondo junior con il suo compagno Adrián Allemandi , ottenendo così la sua prima vittoria. Tuttavia, così non sarebbe stato fino al 2009 dove è riuscito a entrare per competere nel vecchio circuito Padel Pro Tour e pro campione di Spagna.
Dopo essere riuscito a posizionarsi come uno dei migliori in competizioni come il Padel Pro Tour, è riuscito a entrare nel circuito del World Padel Tour nel 2014. Lo fa insieme a Maxi Gabriel, partner che poi ha cambiato. Potente, aggressivo è stato tra i giocatori capci di rompere il vetro come si vede dai video che girano ancora in Rete. In termini di titoli vinti nell’ultimo decennio è alla posizione numero 6. È stato in testa al ranking mondiale nel 2019 insieme a Juan Lebron, anche se per una questione di punti in eredità dall’anno precedente il primo spagnolo di sempre a comandare il ranking è stato il “Lobo” e non lui.
Pablo Lima, il brasiliano del padel
Se c’è un brasiliano, in questa speciale classifica da citare è proprio lui Pablo Lima, che ha fatto la sua fortuna dall’unione con Belasteguin, che nel 2015 lo scelse dopo la rottura con Juan Martin Diaz. Un duo di successo anche se non l’unico della sua carriera: anche con altri ha fatto il suo, raccogliendo una ventina di titoli (dei 50 complessivi) anche senza l’argentino.
Juan Lebron, inevitabile ascesa
Eccoci a “El Lobo”, al secolo Juan Lebron vero dominatore del padel moderno e del World Padel Tour che si è guadagnato con merito. Complice un residuo di punti derivante da quanto messo in cascina nel 2019, ha dominato dal 2019 la scena del padel internazionale toccando la vetta della classifica con Paquito Navarro, e da allora, non l’ha più lasciata andare.
Ha stretto un ottimo rapporto con Alejandro Galan in campo negli ultimi tre anni. Nel suo futuro c’è sicuramente da fare una serie di update importanti che lo inseriranno nella wall of fame di questo sport.
Juan Lebron
Alejandro Lasaigues, l’imbattibile
Dicevamo che a dominare il padel sono stati, in passato, gli argentini: Alejandro Lasaigues è stato numero uno per oltre dieci stagioni, dal 1988 al 1991 con Alvarez Clementi; nei cinque anni successivi con Robi Gattiker, col quale formava un duo imbattibile; quindi anche con Hernan Auguste.
Come tanti, si è avvicinato al padel dopo una carriera tennistica forse a trtti deludente o solo al di sotto delle sue ambizioni di divertimento e anche leggerezza che in una certa epoca conferiva questa racchetta. Col padel ha incominciato davvero nell’87, diventando subito uno dei più forti del circuito argentino. Ha abbandonato l’attività internazionale nel 2000.
Juan Martin Diaz, “El Galleguito” metà della leggenda
Juan Martin Diaz non manca in questa speciale classifica di tutti i tempi e non potrebbe perché anche grazie a lui Belasteguin è diventato la leggenda che è nel mondo del padel professionistico, condividendo con lui tredici anni da numero uno e 170 finali vinte su 191, fra 2002 e 2015.
Dalla sua Bela ha saputo rimanere all’apice anche con altri compagni, mentre “El Galleguito” non ha più vinto un solo titolo. Anche se non ne vuole sapere di mettere via la racchetta da padel.
Fernando Belasteguin, la sola leggenda
La leggenda di questa disciplina, il top player, il vero campione ha un nome e un cognomi che abbiamo citato a più riprese: 230 titoli in carriera in tutti i circuiti professionistici frequentati, 16 anni consecutivi da numero uno del mondo con due compagni diversi, svariati titoli mondiali e la capacità di essere ancora vincente a 43 anni compiuti.
La sua era è incominciata quando aveva appena 22 anni, laureandosi il numero uno più giovane della storia del padel. Argentino, nasce a Pehuajò, comune di poco più di trentamila abitanti nella provincia di Buenos Aires, il 19 maggio 1979.
I primi passi sul campo da padel a 13 anni dopo aver coltivato la passione irrefrenabile per il calcio: adocchiato dalla famiglia Diaz, punto fermo del padel professionistico, i suoi mentori lo guidano fino a renderlo pro. A 15 anni il debutto come giocatore professionista, a 20 l’incoronazione come miglior giocatore di tutta l’Argentina: il resto è storia come i numeri che vi abbiamo sciorinato.
Ha attraversato epoche, strumenti e tecniche differenti, evolute. La sua egemonia dita 16 anni e non è record che trova uguali. Rimanendo il numero uno.