A La Repubblica, Gianni Iapichino ha rilasciato una bella intervista sulla figlia, giovane campionessa del salto in lungo. L’azzurra è pronta a ripartire dopo l’infortunio che le ha costretto a saltare Tokyo 2020. Il padre ricorda bene quel momento e la forza mentale di Larissa: “È stata lei la prima a dirmelo, dopo Rovereto: “Babbo, anche se dovessi riprendermi, che ci vado a fare alle Olimpiadi?”. Sapeva benissimo che avrebbe fatto una magra figura. Non è tipa da viaggio premio, è una 19enne di incredibile maturità”.
Iapichino senior, che è anche l’allenatore di Larissa, è stato vicino alla figlia per aiutarla nella ripresa: “Abbiamo ricominciato a fine agosto, oltre non avrei potuto fermarla, lei non vedeva l’ora di riprendere. È stata una lunga rincorsa, i vari aspetti della sua preparazione non erano stati curati: gli esercizi di sollevamento pesi erano eseguiti con una tecnica pessima, che può diventare addirittura pericolosa per la schiena. Stesso discorso per i balzi. Sono dovuto ripartire dall’ABC”.
Adesso gli obiettivi sono chiari: “Sabato ad Ancona vogliamo testare a che punto siamo. Ma il traguardo finale è Parigi. Il lavoro di questi anni servirà a portarla nelle migliori condizioni ai Giochi. Il 6,91 saltato nel 2021 valeva già il quarto posto olimpico? Larissa è una fuoriclasse, e il lavoro potrebbe pagare prima. Ma a me, come alla madre quando gareggiava, non piace porre obiettivi che si rischia di mancare. Diciamo che Parigi è un bell’obiettivo, non fra quattro anni ma fra tre, non in un posto lontano ma quasi in casa. I limiti femminili sono invariati dai tempi della madre di Larissa, 6,80 metri per la finale, sette per il podio”, ha concluso Gianni iapichino.