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Il calcio chiude ai No Vax: "Non possono più giocare e entrare negli stadi"

Il sottosegretario alla Salute Costa spiega gli ultimi provvedimenti del Governo: "Sottoporsi al tampone non basterà più. Mascherine? Ci aspettiamo comportamenti responsabili".

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La decisione del Governo di ridurre nuovamente la capienza degli stadi per fronteggiare la nuova, violenta ondata di contagi di Coronavirus, legata alla variante Omicron, ha colto di sorpresa le società calcistiche italiane, già alle prese con le difficoltà che potrebbero crearsi a gennaio, quando l’accesso agli impianti sportivi sarà consentito anche per gli atleti solo a chi sia munito del cosiddetto “Green pass rafforzato”, ovvero quello riservato a chi è vaccinato o è guarito dal Coronavirus.

Nulla da fare quindi per i “no vax” che fino a questo momento se l’erano cavata sottoponendosi a tamponi periodici.

Calcio e Coronavirus, Costa rassicura: “Non ci saranno altre limitazioni”

OItre a questo, come detto, dalle partite del 6 gennaio gli stadi calcistici torneranno a essere popolati solo al 50%, rispetto al 75% con cui si era aperta la stagione, e che anzi per qualche settimana sembrava poter essere il preludio ad una riapertura totale.

Il nuovo picco di contagi ha però spinto le istituzioni a ritornare indietro, oltre che a obbligare l’uso di mascherine FFP2 all’interno degli stadi.

Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, intervenuto prima a ‘Radio Punto Nuovo’ e poi a ‘Sky Sport’, è tornato sulle decisioni del Governo, rilasciando dichiarazioni importanti.

In primo luogo Costa ha tenuto a rassicurare società e tifosi sul fatto che non ci saranno ulteriori restrizioni nella capienza. Il rischio di tornare a giocare a porte chiuse, come nei mesi successivi al lockdown del 2020, sembra quindi scongiurato:

“Il nostro Paese ha scelto un percorso graduale, mentre in altre realtà europee gli stadi sono già chiusi. Comunque n on vedo all’orizzonte ulteriori restrizioni. Certo, molto dipenderà dall’andamento dei prossimi giorni, le prime evidenze scientifiche ci fanno capire che c’è una variante molto più contagiosa ma che gli effetti siano meno invasivi rispetto alla precedente. La riduzione di ieri al 50% credo ci permetta di affrontare le prossime settimane”.

Coronavirus, Governo e sport mettono alla porta i ‘No Vax’

Non potendo rendere per legge il vaccino obbligatorio, le attuali regole aggiornate impediscono però di fatto ai “no vax” tanto la frequentazione degli stadi, dalla Serie A ai dilettanti, quanto lo svolgimento della propria attività, se atleti. 

Costa conferma: “Con gli ultimi provvedimenti abbiamo voluto distinguere ulteriormente chi si vaccina da chi decide di non farlo. Gli atleti no vax non possono più giocare. La pandemia ha dimostrato che ha una grande dinamicità, non possiamo permetterci di vanificare i sacrifici che facciamo da due anni. E allo stadio si va solo se vaccinati o guariti, con il semplice tampone non si può già dal precedente provvedimento”. 

Coronavirus, il protocollo del calcio può cambiare

Infine, l’apertura alla possibilità di modificare il protocollo in vigore nel calcio e ad aiuti economici per lo sport di base:

“Siamo consapevoli che privarsi degli incassi che arrivano dagli spettatori per alcune realtà, soprattutto quelle minori, rappresenta una difficoltà importante – ha concluso Costa – quindi queste attività devono essere assolutamente sostenute per la funzione soprattutto sociale e non solo sportiva che hanno. Lo sport non professionistico, quello che permette ai nostri ragazzi di fare attività fisica e che permette anche inclusione sociale, deve essere sostenuto e aiutato economicamente”.

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