Quando un anno si chiude, arriva sempre il momento di guardarsi indietro e fare un bilancio. Ciò vale anche per gli allenatori che svolgono un mestiere assai delicato. Già , perché quando si vince spesso e volentieri i meriti vengono attribuiti alla squadra ma quando si perde è il primo a rimetterci le penne. Il 2024 ha incoronato Simone Inzaghi, con Gian Piero Gasperini e Thiago Motta che hanno realizzato imprese altrettanto memorabili. Proviamo a riepilogare l’anno solare elencando i top e flop.
I top del 2024
SIMONE INZAGHI: Da chi partiamo? Si parte sempre da chi vince, lo dice la storia. E nel 2024 Simone Inzaghi ha vinto il suo primo scudetto da allenatore nonché il ventesimo dell’Inter che è valso la seconda stella. L’anno che si conclude ha visto i nerazzurri dominare in lungo e in largo fino a conquistare il titolo con merito e in largo anticipo. L’impresa più dura sarà ora quella di riconfermarsi ma questa sarà un’altra avventura tutta da raccontare.
GIAN PIERO GASPERINI: Nel podio probabilmente il gradino più alto lo meriterebbe lui. Grande maestro di calcio il Gasp: gli puoi consegnare qualsiasi tipo di calciatore che lui sa sempre come esaltarne le doti. Lookman era poco più di una riserva in Premier, De Ketelaere un oggetto misterioso, Retegui certamente non un bomber implacabile. Ma gli esempi sono ormai infiniti. In più ha portato in Italia un trofeo continentale e non è roba da poco visti i tempi.
THIAGO MOTTA: Non parliamo dell’allenatore della Juve per il quale servirà ancora del tempo per emettere un giudizio obiettivo. Ciò che resta, però, del 2024 è la grande impresa realizzata al Bologna. E chi li aveva mai visti i rossoblù in Champions League? Il tecnico italo-brasiliano ha meriti assai evidenti sull’ascesa dei felsinei, grazie alla quale peraltro si è guadagnato la chiamata della Vecchia Signora. Se non è stato un grande anno questo per lui…Ma il difficile viene adesso.
MARCO BARONI: Ecco un uomo che non riceve mai le copertine delle prime pagine. Eppure le meriterebbe eccome. A 60 anni Baroni non dovrebbe avere più nulla da dimostrare ma raramente il calcio gli ha concesso gli onori della cronaca. La salvezza del Verona è un monumento, con una squadra cancellata a gennaio e ricostruita con scarti raccattati in giro per il mondo poi rivelatisi estremamente funzionali alla causa. Straordinari anche i primi mesi alla guida della Lazio.
CLAUDIO RANIERI: Una carriera alle spalle che parla per lui ma qui si valuta il presente. La favola Cagliari, comunque la si voglia guardare, è un’altra bella storia da raccontare ai nipotini. Ha preso il club che era in anonima posizione nel torneo cadetto, lo ha riportato in A al primo tentativo e subito dopo lo ha salvato con una squadra non di primissimo livello come stiamo vedendo anche in questi mesi. Siccome la vita è una cosa meravigliosa, è tornata anche la Roma per una terza era che ci ricongiunge col passato.
I rinviati del 2024
MAX ALLEGRI: No, non possiamo dimenticarlo come non fosse mai esistito. Nessun paragone con Motta e la Juve attuale, completamente rifondata rispetto alla sua. Però probabilmente bisogna anche riconsiderare la squadra che gli è stata affidata nella passata stagione, con la quale ha comunque centrato un onorevole terzo posto agguantando anche la Coppa Italia con tanto di sfogo finale. Rinviato perché vogliamo rivederlo ancora, possibilmente lontano da Torino per rivivere un altro pizzico di lucida follia.
STEFANO PIOLI: Vale un po’ il discorso fatto sopra. Anche il mister emiliano proprio un brocco non doveva essere, come è stato ingenerosamente etichettato dai suoi tifosi. Gli stessi che gli cantavano Pioli is on fire giusto due anni fa. Ma il mondo del pallone è così, si passa velocemente da un estremo all’altro. Oggi il 59enne emiliano si gode l’Arabia e Cristiano Ronaldo. Chissà se un giorno lo rivedremo in Serie A per una nuova storia che gli permette di strappare qualche altro applauso.
VINCENZO ITALIANO: Si parlava di una possibile chiamata di una big, magari il Napoli. Invece Italiano è ripartito da Bologna dopo un ciclo di tre anni discreto ma non memorabile a Firenze. La Conference League sfiorata due volte resta una macchia nella giovane carriera del tecnico. Preso a bersaglio dai social per il suo stile propositivo che raramente si concilia col risultato. Occhio, però, perché in rossoblù sta andando veloce e con una media punti almeno in linea con quella del suo predecessore.
DAVIDE NICOLA: L’uomo delle salvezze impossibili. Ora deve dimostrare di saperci fare anche partendo dall’inizio. Ok per l’impatto mentale che riesce ad avere sulle squadre, è una qualità che difficilmente gli si può contestare. Va calibrato, però, anche all’interno di una maratona come un’intera stagione. Cagliari può rappresentare un delicato momento di verità per il tecnico piemontese.
I bocciati del 2024
EUSEBIO DI FRANCESCO: Dispiace classificarlo così. Sicuramente merita il premio degli sfigati, che magari il Venezia potrà togliergli con un girone di ritorno superiore a quello dell’andata. Col Frosinone, però, ha concluso in lacrime dopo un anno passato in giro a raccogliere applausi e consensi. Possibile che abbia sbagliato tutte le scelte professionali da Sassuolo in poi, perché onestamente quanto a idee il pescarese non sembra neanche così male.
IVAN JURIC: Al Toro ha fatto tutto quello che poteva. Alla Roma si è rovinato con una decina di partite in tutto. Fortuna che ha trovato immediatamente panchina, sebbene al Southampton si prospetta un lavoro ancor più complicato di quello che gli era stato richiesto nella capitale.
PAULO FONSECA: Ma come? Di già ? Sì, perché è vero che non ha ricevuto un Milan stellare però ci ha messo del suo per renderlo ancor più confuso del precedente. Sia chiaro, tutti i giudizi sono parziali però in questi mesi il portoghese non ha per nulla convinto. Tant’è che pare ci sia una taglia sulla sua testa. Non è chiaro soltanto quando verrà emessa.
LUCA GOTTI: Ecco, un’altra vittima dei social. Come fu per Giampaolo in passato o per Malesani ancora prima. Luca Gotti è un buon allenatore, a Lecce però non ha trovato materia prima per il suo calcio. Chissà che il suo sostituto non possa al contrario rilanciarsi proprio dal Salento. Magari ci ritroveremo a fine 2025 per parlarne.
ALESSANDRO NESTA: L’equazione campione del Mondo-grande allenatore purtroppo non esiste. Non tutte le colpe vanno attribuite all’ex difensore di Lazio e Milan, tuttavia l’esperienza al Monza può essere archiviata come deludente. Ci riproverà Nesta, da tecnico giovane magari ancora una volta dalla B.
ALESSIO DIONISI: Anche Dionisi era considerato un rampante fino a neppure un anno fa. Accostato a grandi club, si è spento per restare un anno in più al Sassuolo. Giusto il tempo necessario di farsi trascinare a fondo. Adesso è ripartito dal Palermo, tra alti e bassi.