“Prescelto”, “Predestinato”, “Golden Boy” della racchetta azzurra, e forse mondiale. Jannik Sinner ha conquistato tutti dominando un certo Alex De Minaur (che nel circuito mondiale è già il numero 18) e vincendo in carrozza le Atp Next Gen Finals di Milano in una finale vinta in tre set con il punteggio di 4-2, 4-1, 4-2. Ma ci sono tante cose da raccontare su questo prodigio dello sport, nato in Alto Adige e cresciuto in Liguria.
Ha 18 anni, essendo nato il 16 agosto del 2001, ed è originario di San Candido, località dell’alta Val Pusteria nota più per le sue montagne (è luogo storicamente legato al turismo invernale) che per i campi da tennis. E infatti con gli sci già mostrò di essere un prodigio quando aveva appena 7 anni: allenato da papà Hans Peter e mamma Sieglinde (che in Val Fiscalina gestiscono un rifugio) divenne campione italiano di slalom gigante per la sua età. Segnale che lo sport, a tutto tondo, era davvero il suo mondo.
All’età di 13 anni, però, il Sinner che da bambino si stava tramutando in ragazzo lasciò tutto e si trasferì al mare, in quel di Bordighera. Nella località ligure conobbe Riccardo Piatti, entrando nella sua Academy e ponendo le basi per quello che stiamo vedendo oggi.
I progressi compiuti in un solo anno sono spaventosi: un anno fa nel circuito Atp era il numero 770, all’inizio di questa stagione era già alla posizione 551. Dopo il trionfo al Challenger di Bergamo, è stata un vorticosa corsa verso l’alto: intanto si è presentato di prepotenza nella Top 100 (attualmente è 95esimo), con la certezza però di bruciare ancora le tappe nei mesi che verranno.
I numeri parlano per lui: italiano più giovane a vincere un match in un Masters 1000 (contro l’americano Steve Johnson), più giovane italiano a centrare una semifinale (record che resisteva dai tempi di Diego Nargiso), ad Anversa si è piegato solo di fronte a Stan Wawrinka. Un professionista che frequenta il circuito Atp dal 2002 (quando Jannik aveva un anno). Ma la Top 100 è già centrata, a 18 anni e 2 mesi: nemmeno Adriano Panatta ci era riuscito.
Intanto di lui dicono che ha un rovescio degno del miglior Andy Murray, rispetto al quale riesce a essere anche più aggressivo, che in campo si muove come Novak Djokovic (che alla sua età nel ranking mondiale era numero 96, una posizione sotto quella attuale di Sinner). La tecnologia racconta di un servizio che raggiunge i 200 km/h, e contro De Minaur c’è stata una risposta di diritto che si è fermata a 158.
Un campioncino totale? Forse, c’è tempo per scoprirlo. Concediamoglielo. Intanto però stropicciamoci gli occhi di fronte a una stellina che ha già iniziato a illuminare il tennis nostrano.
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