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Judo, Bellandi: “Ho perso i Mondiali per presunzione”

La numero uno italiana si prepara alle Olimpiadi di Parigi '24: “Da Tokyo ho imparato molto. Abbiamo una squadra forte”

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Judo, Bellandi: “Ho perso i Mondiali per presunzione” Fonte: Getty Images

Alice Bellandi, dominatrice negli ultimi anni della categoria -78 di judo, ha però fallito l’appuntamento più importante, ovvero il primo posto ai Mondiali di Doha. In semifinale ha dovuto abbassare la testa contro l’israeliana Inbar Lanir, riuscendo poi a smaltire la delusione e andando a prendersi la medaglia di bronzo, la prima a livello senior.

Si parte analizzando proprio la sconfitta di Doha: “Ai Mondiali avevo grandissime aspettative, convinta di vincere, perché stavo bene e la mia preparazione è stata eccezionale. In quel confronto, che stavo stravincendo, forse ho un po’ peccato di presunzione perché volevo chiudere l’incontro e andare in finale. Prima del Final Block, sono state due ore molto difficili, ma alla fine mi sono detta che non potevo tornare a casa senza niente e alla fine ho sconfitto Shori Hamada, campionessa olimpica a Tokyo, per il bronzo”.

Alice ha peccato di presunzione, come ribadisce: “Lei è stata molto furba, io l’avevo sconfitta quattro volte e, senza peccare di presunzione, sapevo che fosse un match alla mia portata. Del resto, il confronto era nelle mie mani, dal momento che ero in vantaggio per un waza-ari e anche per la situazione degli shido. Ho peccato di impazienza e lei è stata molto brava ad approfittarne. Ho fatto un’entrata sbagliata per la fretta di concludere. Io sono una persona molto critica e consapevole di me stessa. Per cui, dal mio punto di vista, la medaglia era scontata. Penso che quel giorno lì non potevo perdere e infatti è accaduto perché sono stata io a sbagliare. Quella medaglia di bronzo era il minimo”.

Sconfitta a parte, sono stati anni di miglioramenti per Bellandi, iniziati dopo le Olimpiadi di Tokyo: “Ho iniziato questo percorso dopo le Olimpiadi giapponesi e da lì è stata un’escalation, visto che ho posto i punti della mia vita privata dove andavano posti. La gente spesso se lo dimentica, ma noi prima di atleti siamo delle persone e se non si è tranquilli dentro, si fa fatica a raccogliere. Quando ho ripreso a divertirmi in quello che facevo, ho provato piacere nell’allenamento ed è da lì che sono arrivati anche i risultati. Certo, si può cadere, ma vivo la sconfitta come un qualcosa di formativo”.

A Parigi saranno passati quattro anni dal Giappone: “A Tokyo gareggiavo nei -70 kg ed è stato un quadriennio difficile. Mi sono qualificata per il rotto della cuffia e ci sono state tante vicissitudini, a livello fisico e personale. Era molto segnata per questo, di conseguenza sono riuscita a imparare tanto da quell’esperienza. Parigi è ancora molto lontana, è nel mio mirino. Sarà vicina quando sarà la prossima gara, il mio approccio è questo. Quanto è accaduto ai Mondiali di quest’anno, potrebbe servirmi proprio ai Giochi”.

L’Italia si presenta come una grande potenza dopo le quattro medaglie portate a casa a Doha: “Noi siamo consapevoli di essere la squadra italiana più forte di sempre. Sono sicura che giochi un ruolo importante il fatto che tutti noi possiamo prepararci ora nei nostri club, potendo interagire con i nostri allenatori in maniera diretta e con una preparazione personalizza. Penso che questo sia l’ideale”.

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