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Malagò: “Siamo la terza nazione al mondo. Finalmente lo sport in Costituzione”.

I buoni risultati non nascondono gli importanti aspetti negativi, come organizzazione e scuola

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Malagò: “Siamo la terza nazione al mondo. Finalmente lo sport in Costituzione”. Fonte: Getty Images

Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, sul canale di Sport 2U, ha fatto una riflessione a tutto tondo sullo sport in Italia. Malagò ha analizzato le luci che lo sport sta vivendo, ma non ha tralasciato di evidenziare anche le sue ombre.

Tra le luci Malagò individua l’introduzione del termine “sport” nella Costituzione. “La nostra Costituzione è meravigliosa – afferma il presidente del Coni – però la parola sport non assumeva al suo interno la stessa importanza che ha invece ora. Se si va a leggere articolo per articolo non si vede mai la parola sport e questo è abbastanza anacronistico”.

“Siamo dei giganti”, ha poi affermato il numero uno del Coni prima di snocciolare numeri che pongono l’Italia tra le nazioni di riferimento. “Siamo i primi in Europa – ha evidenziato Malagò –, secondi nel mondo nel 2021, terzi nel 2022 dietro a Cina e Stati Uniti, unici ad esserci davanti l’anno prima. Vinciamo come non vince nessuno in 372 sport diversi”.

Non si può però dimenticare come questi risultati non siano uniformi a livello territoriale a causa della situazione economica. “Le Regioni più evolute che hanno un’incidenza straordinariamente più importante come affiliazione delle società e come tesseramenti singoli, invece nel Sud la situazione è più grave, a cui si collega anche il problema dell’impiantistica”. E i risultati ottenuti sono spesso frutto di “signori che hanno creato delle associazioni private, che sono riusciti a salvarci dal disastro”. “Un modello virtuoso ed assolutamente non copiabile nel resto del mondo” che, però, “non si può replicare all’infinito”.

Al centro delle difficoltà dello sport italiano anche la problematica dello sport a scuola. O meglio le problematiche. “La prima è che bisogna assolutamente aumentare di un’ora la didattica formativa sullo sport; la seconda è che devono essere coinvolti i moderni insegnanti di educazione fisica, i laureati in scienze motorie; la terza è dove si svolgono queste attività e serve almeno una palestra. Nel nostro paese almeno il 40% delle palestre non è a norma”.

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