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Mondiali donne, Marocco nella storia: prima giocatrice in campo col velo

Nouhaila Benzina domani contro la Corea indosserà l'hijab, abbattuto dalla Fifa un divieto che durava dal 2007

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

Era il 7 giugno del 2011 quando la Fifa proibì alle atlete della nazionale iraniana di giocare con un hijab, il velo riveduto e adattato alle sportive, contro la Giordania nella partita valida per le qualificazioni ai Giochi Olimpici di Londra del 2012: la sconfitta a tavolino per 0-3 costò all’Iran la partecipazione alle successive. Non bastò, all’epica, abbandonare il classico velo e sostituirlo con una tenuta moderna, capace di coprire il corpo fino al collo e nascondere i capelli con un copricapo alla moda per eliminare un divieto in vigore dal 2007 ma siamo vicini a una svolta storica.

Benzima scrive una pagina di storia nel calcio femminile

Nouhaila Benzina, giocatrice del Marocco, domani ai Mondiali di calcio femminile in Australia e Nuova Zelanda può scrivere una pagina di storia. È vero che la sua squadra ha perso malamente (6-0) la prima partita della fase a gironi contro la Germania e ora ha il difficile compito di cercare di arrivare al secondo posto nel girone ma l’evento va oltre ciò che può accadere in campo. Se la Benzima scenderà in campo domattina contro la Corea, sarà la prima calciatrice della storia a giocare con l’hijab.

Perché la Fifa vietava il velo alle calciatrici

La FIFA lo aveva sempre proibito fino a questo torneo considerando perché “metteva a rischio la salute dei giocatori”. Nonostante il fatto che molti possano pensare che il velo islamico possa essere scomodo quando si gioca a calcio, la Benzima si è detta sempre orgogliosa di poterla indossare.

La scelta della marocchina Benzima

“Indosso l’hijab da anni e sono molto felice”, aveva detto il calciatore ad Al Jazeera. Convinta della sua decisione, Nouhaila ha sempre giocato con questo indumento nei suoi diversi club e, inoltre, lo indossa in tutti gli allenamenti della squadra marocchina. Rispettare l’hijab è estremamente importante per le donne che aderiscono pienamente alla cultura islamica.

Nel mondo musulmano l’hijab rappresenta l’intera identità islamica ed è simbolo di autenticità religiosa. È inteso, quindi, come un mandato divino che protegge le donne e definisce il loro posto nella società.

La FIFA, ha deciso di riconoscere il diritto di giocare con il velo e ha reso pubblica la scelta pochi giorni prima dell’inizio dell’evento.

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