Stavolta, prima del Galles, i giocatori iraniani hanno intonato l'inno dell'Iran. La loro protesta ha scosso moltissimo le persone presenti e l'opinione pubblica internazionale per quanto sta avvenendo nel Paese.
Mentre i giocatori sono stati costretti a cantare l'inno dell'Iran, sugli spalti i gesti dimostrativi non sono mancati. E hanno scosso: dalla maglia con il nome di Maisha. Fuori dallo stadio, i tifosi iraniani hanno cantato: 'Libertà per l'Iran, no alla Repubblica islamica' – un rimprovero diretto al governo teocratico e alla società iraniana, dove le donne non godono degli stessi diritti dei loro concittadini maschi.
Sugli spalti, le tensioni sono state tali da chiamre in causa la polizia. Anche i funzionari della polizia del Qatar hanno contestato i tifosi che sventolavano bandiere iraniane con croci nere, si vede dalle foto pubblicate da Getty.
La vera contestazione, da quanto riportano i tabloid inglesi e le foto è sugli spalti: questa giovane donna ha sul volto lacrime di sangue e un cuore con i colori dell'Iran. L'impatto è fortissimo.
Con la maglia dell'Iran e il nome di Mahsa Amini sulle spalle e il numero 22, l'età alla quale è stata uccisa, la tifosa ricorda la ragione prima delle proteste. Il rispetto dei basilari diritti umani.
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