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Nasce l'algoritmo che prevede gli infortuni

Ecco l'idea del Cnr e dell'Università di Pisa, in collaborazione con il Barcellona, che può rivoluzionare il calcio.

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Nasce l'algoritmo che prevede gli infortuni Fonte: 123RF

La tecnologia applicata al calcio ha fatto passi da gigante, trasformando la preparazione e l’analisi delle partite, ma anche gli allenamenti, in materiale scientifico vero e proprio. Perché oggi Sarri studia i movimenti dei suoi giocatori grazie ai droni, cosa che Oronzo Pugliese o il Barone Liehdolm non si sarebbero neppure sognati di fare (e forse neppure avrebbero voluto fare, ma questa è un’altra storia…). Perché oggi ogni preparatore atletico, figura che un tempo era in qualche caso assorbita dagli stessi allenatori, ha un database con le caratteristiche aerobiche di tutti i calciatori della rosa, in modo da poter calibrare i carichi di lavoro e magari arrivare a prevedere il picco di forma in un dato momento della stagione, studiando anche come controllare eventuali momenti di down atletici.

In fondo, l’obiettivo di tutto questo è uno solo: far stare sempre bene l’atleta e cercare di evitare, anzi di prevenire, eventuali infortuni. Ecco allora che la novità che proviene dall’Università di Pisa si inserisce in questo filone e va oltre. Perché un algoritmo che possa arrivare a prevedere gli infortuni stessi è forse proprio l’unico anello che mancava per rendere perfetta la macchina chiamata calciatore.

Il progetto si chiama, e non potrebbe essere altrimenti, ‘Injury Forecaster‘ ed è un sistema di intelligenza artificiale sviluppato dall’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Cnr (Cnr-Isti) e appunto dall’Università di Pisa, ma con la collaborazione nientemeno che del Barcellona. Il funzionamento prevede un gps e un algoritmo di machine learning che, addestrato nel corso di una stagione, riesce a riconoscere e associare parametri d’allenamento, indicatori fisici e metabolici dei calciatori, arrivando a stilare le percentuali di infortunio e anche a prevedere quando questo succederà.

In apparenza sembra complicato, ma la fase preliminare dello studio è stata molto semplice e si è svolta applicando dei sensori gps alle pettorine usate in allenamento dai giocatori, ormai una prassi in particolare durante i ritiri estivi al fine di definire i carichi di lavoro: “In base ai movimenti tracciati sono state estratte diverse informazioni, come la distanza percorsa, la potenza metabolica, le accelerazioni e decelerazioni – ha spiegato Luca Pappalardo del Cnr-Isti – Quindi l’Injury Forecaster ha individuato le associazioni tra queste variabili e il rischio di infortunio: così è stato possibile avvisare i preparatori atletici se prevedere un infortunio imminente in un allenamento. La percentuale di precisione è del 50%, contro il 5% delle tecniche esistenti. In questo modo si possono dimezzare gli infortuni, con relativo risparmio di costi”.

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