Ci sono giornate epiche, inenarrabili se non quando l’emozione è ormai sedimentata. Le Olimpiadi stimolano il meglio nelle sportive e negli sportivi che hanno messo, giorno dopo giorno, la loro vita in quell’obiettivo e le motivazioni individuali che non si categorizzano, non si comprendono, vanno incontro all’incapacità – anche – di comprensione ad eccezione di chi ha attraversato il medesimo vissuto.
Se quanto accaduto in pedana a Nathalie Moellhausen ha suscitato così tanta attenzione, partecipazione e commozione collettiva (altro che un atto di umanità, nell’infinita gamma di sensazioni che si possono accumulare) quanto affronta oggi sarà altrettanto forte. Con alta probabilità, da quel che la stessa schermitrice italobrasiliana ha dichiarato e riportano i media francesi oltre al sito ufficiale di Parigi 2024, verrà operata.
- Nathalie Moellhausen operata a Parigi dopo il malore
- Chi è Nathalie Moellhausen
- La scoperta del tumore al coccige
- La missione in questa Olimpiade
- Il senso di questa scelta
Nathalie Moellhausen operata a Parigi dopo il malore
Nathalie ha 38 anni. Ha già tre Olimpiadi nel suo corposo curriculum. A Parigi rappresenta il Brasile, con una convinzione assoluta per la spadista milanese con cittadinanza brasiliana e residente nella capitale francese, scesa in gara contro la canadese Ruien Xiao, nonostante un tumore al coccige che, negli ultimi giorni, l’aveva costretta al ricovero in ospedale e che l’ha tormentata pure nel corso dell’incontro, costringendola a una interruzione non prevista ma indispensabile perché potesse proseguire.
Dolore, sensazione di spossattezza, un malessere da non sottovalutare e che, infatti, l’ha condotta a collassare nelle fasi finali del primo turno contro Ruien Xiao ma, dopo qualche minuto di riposo, ha ripreso l’assalto perdendo, poi, per 15-11.
Dopo la sua prova è stata ricoverata e ora è assistita dai medici della sua nazionale. Malgrado le complicanze dovute alla neplasia al coccige scoperta cinque mesi fa, Moellhausen ha voluto essere in pedana, non ha rinunciato al sogno olimpico.
Chi è Nathalie Moellhausen
L’atleta italo-brasiliana, campionessa europea (2007) e mondiale (2009) a squadre con il team azzurro prima della decisione che l’ha portata a rappresentare il Paese sudamericano, è scesa in pedana nella spada femminile contro la giovanissima canadese, ma la forza e la determinazione non sono state sufficienti a evitarle un malore nelle fasi conclusive dell’incontro, come vi abbiamo riportato.
Nata a Milano da padre italotedesco (figlio di un console) e madre italobrasiliana, la stilista Valeria Ferlini, vive a Parigi da quando aveva 17 anni ed è allenata dal maestro Daniel Levavasseur per il Brasile, abbandonando la nazionale azzurra.
La scoperta del tumore al coccige
Circa cinque mesi fa, a seguito di indagini ed esami diagnostici, ha scoperto di avere un tumore, di natura benigna, al coccige. Il Comitato Olimpico Brasiliano (COB) ha dichiarato che Nathalie aveva avuto un dolore alla schiena durante l’ultimo periodo di preparazione ai Giochi ed era stata ricoverata in ospedale. Dopo una risonanza magnetica, i medici avevano effettuato una biopsia e avevano identificato un tumore benigno nella sua colonna vertebrale.
Una forma di neoplasia che le causa dolore intenso, e anche sulla pedana olimpica, la campionessa ha avvertito quel limite devastante, si è piegata e ha chiesto l’intervento dello staff medico per portare a termine la sfida.
Voleva farlo, pur sapendo che aveva già programmato l’intervento: e infatti al termine è stata subito portata nello stesso ospedale da cui era stata dimessa qualche giorno prima. E da cui attendiamo riscontri, informazioni.
L’atleta e artista, che ha vinto un oro mondiale con l’Italia e uno storico con il Brasile, vive nella Ville Lumiere: artista poliedrica, ballerina e sceneggiatrice, si è ritrovata a fare i conti con questa diagnosi durante la marcia di avvicinamento alle Olimpiadi.
“A causa di un serio problema di salute – hanno detto dal suo staff – è stata ricoverata d’urgenza in ospedale ed è uscita solo una settimana fa. La sfida per recuperare in tempo per la competizioen olimpica è stata enorme. E’ salita in pedana come lei aveva sognato e senza aspettative”. Nathalie si è limitata a dire “non sono in condizione” e a ribadire che parlerà solo dopo l’intervento programmato per oggi, appunto, a Parigi dove viene seguita da una equipe di specialisti.
La missione in questa Olimpiade
In attesa che trapeli una dichiarazione o venga diffusa una nota dal suo staff, i media brasiliani hanno celebrato la sua scelta, un sogno realizzato pur in una fase innegabilmente difficile e che ha tenuto a trasformare in una testimonianza, senza aggiungere nulla alla malattia e al modo di viverla e gestirla da parte di altri pazienti.
Questo è la sua volontà, la sua convinzione. Non quella di altri e altre. Come ha riportato O Globo, Nathalie è una sportiva disciplinata e “estremamente laboriosa”, ha una routine di allenamento diversificata. “Preparazione fisica, corso di scherma, scuola di step di scherma, rilassamento corporeo, corso di boxe, danza per creare le mie coreografie, direzione del movimento e anche teatro. A parte la parte nutrizionale e mentale”, ha detto. “La mia intenzione è quella di essere d’ispirazione per la futura generazione di donne nella scherma”.
Alla giornalista Carol Knoploch ha detto, in un’intervista che costruisce il senso della sua presenza alle Olimpiadi per il Brasile, dopo aver gareggiato per l’Italia con soddisfazioni immense:
“In questo ciclo olimpico, il mio ciclo d’addio, volevo divertirmi, divertirmi, essere felice… Ma senza perdere la concentrazione sugli impegni di allenamenti e gare. Volevo vivere intensamente ogni anno, ogni giorno. Non potrebbe essere più significativo dire addio alla scherma a Parigi, la città in cui scelsi di vivere quando avevo 17 anni.
In questo clima sono uscito con mascherine diverse. Lo faccio sempre, è vero. Ma volevo registrare questi momenti. C’era la lotta tra Paura e Amore, e anche un omaggio ai Giochi. Ho ballato per strada, visitato luoghi iconici… E le reazioni della gente sono state incredibili. C’erano persone che ballavano con me.
Ciò avvicina le persone, democratizza l’uso delle maschere e rende lo sport più popolare. Ho la missione di atleta brasiliano, ma soprattutto di essere un ambasciatore internazionale di quest’arte. Quello che voglio dire è che la mia missione è anche sociale, artistica e filantropica.
La gara olimpica di scherma si svolgerà al Grand Palais, sede di importanti sfilate ed eventi. È stato qui che ho vinto la mia prima medaglia ai Mondiali, un bronzo, nel 2010, per l’Italia. E anche dove è iniziata la mia carriera di art director. Avevo 24 anni e, parallelamente agli allenamenti, organizzavo la festa di apertura del concorso.
In questo stesso luogo sono stato direttore artistico della cerimonia di gala per il centenario della Federazione Internazionale di Scherma, nel 2013, un evento molto importante, con uno spettacolo di Sting. È stata un’opportunità unica. Non potevo rifiutare l’invito. Cinque anni dopo, in questo stesso gala, ho fatto una mostra con le mie maschere e una performance con gruppi mascherati”.
Il senso di questa scelta
Il senso di Parigi 2024, per Nathalie Moellhausen, sta in questa filosofia che accoglie le sfaccettature di una donna che rivendica la propria identità e l’evolversi della stessa in un flusso che comprende, legittimamente, lo sport e la scherma.
Esserci perché si avverte la responsabilità per senso civico, per lo sport, per l’arte, per una comunicazione più autentica. In attesa di conoscere l’esito dell’intervento a cui verrà sottoposta oggi, all’indomani della prova che ha segnato il traguardo di questa nuova Olimpiade per Nathalie.