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Palio di Siena 2023 tutti contro Tittia: la Selva è la grande favorita

Giovanni Atzeni è, al solito, il fantino da battere: monterà quel Violenta da Clodia col quale il 17 agosto 2022 conquistò d’imperio il Palio in onore dell’Assunta

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

“In un tripudio di bandiere, Siena trionfa immortale”. È la frase che accompagnerà l’uscita della contrada vincitrice da piazza del Campo, con il drappo del Palio in bella mostra pronto ad essere portato in Duomo in segno di ringraziamento per la vittoria appena ottenuta.

Un momento che segna indelebile la vita di ogni senese, un momento che per una delle 17 contrade è destinato a tramutarsi in realtà nella serata di domenica 2 luglio, quando il Palio in onore della Madonna di Provenzano emetterà il suo insindacabile verdetto.

A Siena da giorni non si parla d’altro: quando si avvicina l’ora del Palio tutto si ferma, e nemmeno la pioggia caduta nelle ultime 24 ore ha annacquato sogni e speranze dei contradaioli. Quello alle porte, poi, ha tutta l’aria di essere una carriera decisamente allettante, con un favorito d’obbligo e almeno 3-4 cavalli potenzialmente in grado di far saltare il banco.

Atzeni vuole la doppia cifra

Giovanni Atzeni, detto Tittia, è al solito il fantino da battere: monterà il cavallo che la sorte ha abbinato alla Selva, quel Violenta da Clodia col quale il 17 agosto 2022 conquistò d’imperio il Palio in onore dell’Assunta, rinviato di 24 ore a causa della pioggia.

E Tittia in piazza non conosce rivali da ben quattri anni a questa parte: sono state tutte sue le vittorie nelle carriere corse dal 2 luglio 2019 in poi, considerando i due anni di stop imposti dalla pandemia (2020 e 2021) che hanno privato Siena della manifestazione che l’ha resa celebre nel mondo.

Atzeni punta a diventare il 15esimo fantino della storia ad andare in doppia cifra di vittorie al Palio, contandone 9 nella sua ormai ventennale carriera (il primo successo è datato 2 luglio 2007 con l’Oca).

Due di queste l’ha conquistate correndo proprio per la Selva, la prima il 17 agosto 2015 (su Polonski), la seconda il 16 agosto 2019, seppur disarcionato da Remorex, che vinse da “scosso”.

Detto che in un Palio spesso e volentieri i favori del pronostico lasciano il tempo che trovano, poiché condizionati da tanti fattori (su tutti l’ordine di ingresso al canape), Tittia ha più volte dimostrato di saper tenere fede alle aspettative riposte in lui dalla contrada che lo ha ingaggiato. Per questo non pensare a lui come logico favorito è quanto mai azzardato, anche perché la Selva non ha rivali tra le 17 contrade, e pertanto potrà correre al solito libera e senza particolari tatticismi.

Le antagoniste: Torre e Onda

A insidiare Violenta da Clodia c’è sicuramente Zio Frac, vincitore un anno fa proprio con Atzeni (all’epoca ingaggiato dal Drago), capitato in sorte alla Torre che l’ha affidato al fantino Giuseppe Zedde detto Gingillo.

Un altro cavallo considerato tra i possibili favoriti è Viso d’Angelo, abbinato all’Onda che ha deciso di consegnarlo a Carlo Sanna detto Brigante, che ha all’attivo un Palio vinto proprio con l’Onda datato 16 agosto 2017 su Porto Alabe.

Il lotto dei 10 cavalli è però abbastanza equilibrato: mancano due big come Remorex e Tale e Quale, ma in compenso c’è curiosità per vedere all’opera per la prima volta in piazza del Campo il promettente Anda e Bola, abbinato alla Chiocciola e decisivo per convincere Jonatan Bartoletti detto Scompiglio a tornare a vestire lo “zucchino” giallorosso.

La Chiocciola, che non vince dal 16 agosto 1999, dovrà fare i conti anche con la presenza della rivale in piazza, cioè la Tartuca, con Sebastiano Murtas detto Grandine che monta Una per Tutti e che nelle intenzioni della contrada dovrà correre principalmente un Palio in difesa.

Il quadro delle monte

Il maltempo, oltre ad aver condizionato lo svolgimento delle consuete prove (in totale ne sono previste 6, ma in caso di annullamento nessuna viene recuperata: quest’anno al massimo se ne faranno 4, inclusa la “provaccia”, cioè l’ultima, in programma alle 9 del mattino del giorno del Palio), ha negato la possibilità di capire quello che è l’affiatamento tra cavallo e fantino, di fatto rendendo il Palio alle porte assai più incerto e imprevedibile.

Sulla carta appare improbabile che l’Aquila, la “nonna” in piazza (cioè la contrada a secco di vittoria da più tempo: sono 31 anni che i contradaioli attendono di tornare a far festa…), possa avere chance, con Stefano Piras detto Scangeo che monterà l’esordiente Veranu.

Altro esordiente è Abbasantesa, abbinato alla Giraffa, che l’ha affidato a Federico Guglielmi detto Tamurè. Completano il lotto Elias Mannucci detto Turbine, scelto dal Nicchio per guidare Astoriuc, Federico Arri detto Ares per l’Istrice su Reo Confesso e Andrea Coghe detto Tempesta, ingaggiato dal Drago cui è toccato in sorte Ungaros. Chi vince si porterà in contrada il drappellone realizzato dall’artista Roberto Di Jullo.

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