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Pallanuoto, le regole fondamentali: come si calcolano i tempi, i falli, la superiorità numerica

Le regole fondamentali della Pallanuoto: le dimensioni del campo di gioco; i falli, il cronometraggio delle partite

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Redazione

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Pallanuoto, le regole fondamentali: come si calcolano i tempi, i falli, la superiorità numerica Fonte: Getty Images

Primo sport di squadra alle Olimpiadi moderne, la pallanuoto è una disciplina completa, capace di regalare emozioni incredibili: unisce la fisicità della lotta, la velocità del nuoto e la fantasia del calcio. È giudicato il più duro tra gli sport olimpici.

Le regole fondamentali della Pallanuoto

  1. Due squadre competono per lanciare la palla nella porta dell’avversario: vince chi alla fine del tempo regolare ha segnato più gol. Il pareggio non è più possibile nelle competizioni internazionali (Mondiali, Europei, Olimpiadi): al termine dei 32′ di gioco si tirano i rigori per stabilire un vincitore, che conquista però 2 punti invece dei 3 che si otterrebbero con la vittoria nei tempi regolamentari; un punto alla squadra sconfitta ai rigori.
  2. Ogni squadra schiera in acqua sette giocatori, incluso un portiere, e 6 riserve in panchina (5 alle Olimpiadi). I cambi sono infiniti e possono effettuarsi anche a gioco in corso;
  3. L’area di gioco misura 30x20m ed è profonda almeno 2m;
  4. Nessun giocatore può toccare il fondo della vasca o del campo di gioco, con i piedi;
  5. Una partita è composta da quattro quarti, ognuno dei quali dura 8 minuti;
  6. i giocatori di movimento possono toccare la palla solo con una mano, solo il portiere può toccarla con due mani.
  7. il portiere per respingere un tiro, può utilizzare le parti del corpo che emergono dall’acqua (mani, braccia, spalle, testa etc).
  8. La battuta dai 2 metri – il corner della pallanuoto – viene concessa solo se è il portiere a deviare sul fondo il tiro dell’attaccante. Se il tiro viene deviato da un difensore, il gioco riprende con la rimessa per la squadra che era in difesa.
  9. Ogni squadra ha un possesso palla di 30 secondi per costruire un’azione d’attacco; il conteggio dei secondi inizia dal momento in cui un giocatore entra in possesso del pallone. Se una squadra va al tiro e il portiere devia in corner, nell’azione seguente la squadra che attacca avrà solo 20 secondi di possesso.
  10. scaduti i 30 (o i 20) secondi di possesso, la palla passa alla squadra avversaria.
  11. Anche la pallanuoto ha il suo “fuorigioco“: la linea dei 2 metri. Se si trova in posizione centrale oltre questa linea – nella cosiddetta area di porta delimitata dalle corsie colorate – l’attaccante non può ricevere palla da un compagno, a meno che questi non si trovi in posizione più avanzata o lateralmente, fuori dall’area di porta.

I falli nella Pallanuoto

Importante nella pallanuoto è il discorso legato ai falli. Questi includono “falli semplici“, non comportano sanzioni disciplinari, ma una punizione a favore dell’avversario, e “falli gravi” che comportano l’espulsione temporanea di chi li commette. Un giocatore che subisce una espulsione temporanea deve recarsi nella zona chiamata pozzetto (posta in un angolo del campo di gioco) e non può partecipare al gioco per 20 secondi, nei quali la squadra avversaria è in superiorità numerica. Al termine dei 20 secondi, il giudice incaricato alza una bandierina per indicare il rientro del giocatore; se egli non dovesse entrare o uscire correttamente nel/dal pozzetto, viene espulso con effetto immediato e alla squadra avversaria viene assegnato un tiro di rigore. Dopo 3 espulsioni temporanee, il giocatore viene espulso definitivamente e non può più rientrare in campo, ma può essere sostituito da un compagno di squadra.

Se il fallo – semplice o grave che sia – viene commesso al di fuori dell’area delimitata dalla linea dei 6 metri, l’attaccante può effettuare un tiro diretto, oppure battere il fallo, nuotare e andare al tiro. Se il fallo è all’interno dei 6 metri, invece, l’attaccante non può tirare direttamente in porta.

Nel caso in cui un fallo grave va a interrompere una chiara occasione da gol all’interno dell’area dei 5 metri, allora viene punito con un tiro di rigore, da effettuare tirando dalla linea dei 5 metri. Ogni contatto dentro i 5 metri che avvenga da dietro (non frontalmente o lateralmente), quando non c’è alcun difensore tra l’attaccante e la porta, viene giudicato una chiara occasione da gol e punita col rigore.

Oltre che per 3 falli gravi, un giocatore può essere espulso definitivamente per proteste, per gioco violento (condotta violenta con palla in gioco) o brutalità (condotta violenta totalmente estranea all’azione di gioco o a gioco fermo). Nei primi due casi, l’espulso viene sostituito subito da un compagno di squadra. In caso di brutalità, la squadra del giocatore espulso viene punita anche con un rigore contro e 4 minuti di inferiorità numerica continui.

Le tecniche di tiro della Pallanuoto

Il tiro più comune è quello classico, consiste nello scaricare la potenza accumulata con la trazione, scagliando con un movimento rapido del braccio la palla verso la porta avversaria. Effettuare delle finte può servire a sbilanciare il portiere e la difesa, facendoli spostare o calare di gambe prima del tiro.

Esistono poi delle varianti al tiro classico e sono:

  • il tiro a schizzo consiste nel sollevare leggermente la palla con una mano mentre si nuota e impattarla con le dita dell’altra, con la quale si sta terminando la bracciata;
  • il tiro di polso prevede di concludere a rete non scaricando tutta la potenza, ma lasciando andare la palla solo con la forza del polso mentre si è a metà o alla fine di una finta, quindi col braccio già esteso per metà o interamente.
  • nel tiro a colonnello si afferra la palla con il braccio disteso sull’acqua, mentre si nuota, si trascina indietro, prima affondandola e poi lasciandola riemergere. Posizionando la palla all’altezza del viso, con il braccio intraruotato fuori dall’acqua, si fa forza su di esso per lanciare la palla verso la porta;
  • il tiro a sciarpa prende il nome dal movimento che si effettua durante questo tiro, che ricorda il gesto per indossare una sciarpa. È proprio del centroboa, l’attaccante più vicino alla porta avversaria, che gioca gran parte della gara spalle alla porta: il giocatore afferra la palla e con un movimento semicircolare verso la spalla opposta scaraventa la palla verso la porta;
  • la rovesciata (o beduina) – anch’essa tipica del centroboa – si esegue spalle alla porta, con un movimento opposto a quello della sciarpa: afferrata la palla, si gira il polso tenendo rivolto il dorso della mano in direzione della spalla opposta, per poi eseguire un movimento all’indietro, allargando il braccio verso l’esterno;
  • la palomba (o colomba) prevede l’esecuzione della fase di trazione, ma anziché imprimere potenza alla palla, l’attaccante imprime una traiettoria morbida, disegnando una parabola a pallonetto che mira a scavalcare il portiere.

Il Settebello

È Ermenegildo Arena, giocatore della Rari Nantes Napoli e del Settebello, a dire: “Ci chiamano ‘quelli del Settebello’”. Arena fa riferimento al soprannome dato ai giocatori del suo club, ma in breve tempo il termine Settebello passa ad indicare l’intera nazionale maschile di pallanuoto. A garantire l’immediata fama del marchio è la medaglia d’oro olimpica ottenuta ai Giochi di Londra del 1948 in cui la squadra vince sull’Ungheria, campione in carica da due edizioni.

In un’Italia che ancora porta le profonde cicatrici lasciate dal conflitto, la vittoria del Settebello diventa un simbolo di ripresa e il bronzo dei Giochi di Helsinki 1952 accresce la fama di questo sport tra il pubblico. Il momento più alto per la Nazionale di pallanuoto arriva alle Olimpiadi di Roma 1960, dove il Settebello vince l’oro avendo la meglio nel girone finale su Ungheria, Jugoslavia e Unione Sovietica, rispettivamente le medaglie d’oro, argento e bronzo di Melbourne 1956.

Altro grande momento per la squadra è negli agli anni ’90 con l’allenatore Ratko Rudic e poi Francesco Attolico, Sandro Campagna, Carlo Silipo, del Grande Slam iniziato con l’oro olimpico di Barcellona 1992 contro la Spagna di Manuel Estiarte, da tanti considerato il Maradona della pallanuoto, e proseguito con l’oro agli Europei di Sheffield del 1993 e con la vittoria ai Mondiali di Roma 1994.

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