Quello che era ampiamente annunciato si è puntualmente verificato: Kamila Valieva, 15enne fenomenale pattinatrice russa che ha sopra la testa una pesantissima accusa di doping per la positività a un farmaco per il cuore, la trimetazidina, che aveva contribuito in modo fondamentale al trionfo della sua nazionale nella gara a squadre e che era in testa nel programma corto dell’artistico femminile dei Giochi olimpici di Pechino 2022, ha compiuto un programma libero disastroso, nel quale non ha effettuato neanche un salto preciso, cadendo due volte e rischiando altre due cadute.
Questo è il risultato di un’incredibile sentenza del TAS che lunedì ha dato il via libera alla partecipazione di Valieva alla gara, perché ritenuto soggetto protetto vista la sua giovanissima età, e perché privarla della competizione prima di aver esaminato e sviscerato il caso potrebbe causarle dei danni irreparabili per il futuro. Invece a causarle danni irreparabili quasi sicuramente sarà proprio aver partecipato alla competizione per quella decisione scandalosa. Indipendentemente dal fatto che sia questa ragazza, che probabilmente ha anche assunto quel farmaco a sua insaputa e che rischia di vedere già distrutta sul nascere la propria carriera da pattinatrice senior.
Di tutto questo, e ovviamente non ne ha nessuna colpa, ne ha approfittato la russa Anna Shcherbakova, campionessa del mondo in carica, che si conferma sul trono dell’artistico femminile col titolo olimpico con un programma libero dal punteggio di 175,75, inferiore a quello dell’altra connazionale Alexandra Trusova, 177,13, ma il vantaggio accumulato nel programma corto le è bastato per vincere l’oro con 255,95 punti e 4,23 punti di margine sulla connazionale ma ben lontano dal record del mondo di Valieva di oltre 272 punti. II, bronzo, con 233,13 punti, va alla giapponese Kaori Sakamoto, mentre Valieva, con 224, 09, finisce quarta.