Il calcio italiano è pieno di grandi attaccanti di categoria che hanno fatto le fortune di molte squadre guidandole nelle delicate leghe minori verso divisioni più appetibili. È spesso il destino dei grandi bomber di provincia, quello di essere trascinatori di cavalcate impetuose mettendosi a disposizione dei loro club con le loro armi migliori: i gol.
Il calcio italiano, come detto, è pieno di esempi del genere e uno di questi è incarnato da Raffaele Biancolino, attaccante che ha vissuto grandi annate soprattutto in Serie C. Soprannominato il Pitone per la sua grande capacità di cingere e mordere gli avversari, Raffaele Biancolino ha legato il suo nome in maniera indissolubile all’Avellino, guidandolo prima dentro e poi fuori dal campo e rimanendo tutt’ora un suo grande protagonista.
Prima dell’arrivo in Irpinia, però, ci sono varie tappe e questa storia comincia poco lontano, a Napoli, dove il 14 agosto del 1977 Raffaele Biancolino viene al mondo. Dopo le solite esperienze nelle selezioni giovanili, Biancolino si affaccia nel calcio dei grandi nel 1995, quando esordisce con la maglia del Giugliano. Dopo questa prima esperienza, il Pitone si trasferisce al Leffe, dove nella sua prima stagione in Serie C2 colleziona 11 presenze, timbrando il cartellino per ben 6 volte e lasciando subito intravedere il fiuto per il gol che avrebbe contrassegnato la sua carriera.
Più avara di soddisfazioni la stagione successiva, quando Raffaele Biancolino scende in campo 15 volte senza però mai trovare la via della rete. Così, dopo due anni, l’attaccante napoletano fa le valigie e si trasferisce all’Anagni, in Serie D, dove si fa le ossa per trovare finalmente continuità.
Prima all’Anagni e poi all’Angolana, Raffaele Biancolino trova spazio e soprattutto gol, segnando complessivamente più di trenta reti. L’esperienza in Serie D è davvero importante per il giovane attaccante, che con questo rinnovato bagaglio tecnico e soprattutto di esperienza si approccia nuovamente alla Serie C, passando dall’Ancona alla Fidelis Andria e al Taranto ed esordendo anche in B con la maglia dei marchigiani. Queste esperienze, però, non si rivelano semplici per il Pitone, che per riuscire a esprimersi al meglio deve attendere il prestito al Chieti, tappa fondamentale della sua carriera.
- Raffaele Biancolino dagli anni di Chieti all’arrivo decisivo all’Avellino
- Raffaele Biancolino: le montagne russe di Avellino e l’addio all’Irpinia
- L’exploit a Cosenza e il passaggio alla Salernitana
- Il tramonto di Raffaele Biancolino: la promozione con l’Avellino e il ritiro
- Biancolino allenatore: la seconda carriera
Raffaele Biancolino dagli anni di Chieti all’arrivo decisivo all’Avellino
Nell’estate 2001, dunque, dopo essere stato prelevato dal Taranto, Raffaele Biancolino si accasa al Chieti, trovando finalmente continuità sia di prestazioni che di presenza in campo. La squadra abruzzese chiude il campionato di C1 con un comodo ottavo posto e il Pitone riesce ad andare in rete per 9 volte, agendo soprattutto da punta centrale e talvolta da ala destra, altra posizione che sembra molto congeniale alle sue capacità. Questa prima stagione fa da preludio alla vera e proprio esplosione di Biancolino, che collocato definitivamente al centro dell’attacco riesce a segnare ben 15 gol, contribuendo a un altro campionato tranquillo del Chieti che senza troppi patemi d’animo riesce a mantenere la categoria.
Arriviamo, quindi, all’estate della svolta per Raffaele Biancolino, quella del 2003. Dopo le due ottime stagioni a Chieti, il Pitone si riavvicina a casa e arriva all’Avellino, dando il via a quella che sarebbe una diventata una ricchissima e lunga storia. Come moltissimi racconti a lieto fine, però, l’inizio è difficoltoso e pone degli ostacoli per un epilogo che sarà alla fine felice. La prima stagione di Raffaele Biancolino all’Avellino si rivela infatti molto deludente, con la squadra allenata da Zdenek Zeman che, dopo essere stata promossa in serie cadetta l’anno prima, scende immediatamente in C1 chiudendo il campionato al ventitreesimo posto.
Nella stagione 2004-2005 arriva però immediatamente il riscatto della squadra irpina che chiude il campionato al secondo posto e trova la promozione in Serie A al termine di un acceso playoff contro il Napoli. Biancolino è fondamentale per la promozione degli Irpini, perché dopo lo 0-0 dell’andata a Napoli contribuisce con un gol nel 2-1 con cui l’Avellino si libera dei partenopei. Una vittoria dal sapore molto particolare per Raffaele Biancolino, che segna contro la squadra della sua città e la condanna a rimanere in Serie C. Estasi, però, per i biancoverdi, che tornano subito in Serie B dopo la precedente stagione molto deludente.
Raffaele Biancolino: le montagne russe di Avellino e l’addio all’Irpinia
Nella stagione 2005-2006 l’Avellino torna così a giocare in Serie B, ma ancora una volta gli irpini fanno una fatica tremenda. Dopo solo otto giornate il tecnico Francesco Oddo viene sostituito da Franco Colomba, ma non arriva la svolta attesa per i campani. Biancolino riesce a mettere a segno solo 6 reti, non prendendo nemmeno parte ai play-out giocati contro l’Albinoleffe che condannano l’Avellino alla retrocessione in virtù dello 0-2 rimediato in casa all’andata, rendendo inutile il 2-3 in casa dei lombardi. L’Avellino, dunque, continua la sua altalena di risultati, salendo e riscendendo immediatamente e ritrovandosi, ancora una volta, a dover affrontare la Serie C.
Nella stagione 2006-2007 inizia un nuovo giro sulle montagne russe per l’Avellino, che riparte da Giuseppe Galderisi, poi sostituito da Giovanni Vavassori, e riesce a riprendersi la promozione in Serie B, chiudendo il proprio girone al secondo posto e battendo ai playoff prima il Taranto e poi il Foggia. Con il ritorno in Serie C Raffaele Biancolino torna a essere decisivo, prima realizzando 24 gol in campionato e poi mettendo la firma sul 3-0 in finale playoff con cui l’Avellino ha riconquistato la Serie B. Ancora una volta gli irpini continuano la loro altalena tra Serie C e Serie B, conquistando la terza promozione in cinque anni, con l’obiettivo stavolta di riuscire a mantenere la serie.
Un compito però che non riguarda Biancolino, che al termine di quella stagione saluta l’Irpinia, spostandosi comunque in Serie B, ma vestendo la maglia del Messina, dove vive insieme agli altri calciatori giallorossi una stagione decisamente surreale. I siciliani, sul campo, ottengono il quattordicesimo posto e il Pitone va anche a segno in dieci occasioni, tra questi anche il classico gol dell’ex nel match interno proprio contro l’Avellino.
Al termine della stagione, però, il Messina viene travolto da enormi problemi societari, tanto che la squadra viene ritirata dal campionato successivo e deve ripartire dalla Serie D, in modo da far fronte ai gravi problemi finanziari derivanti dagli ingenti debiti contratti. Questo crollo provoca una vera e propria diaspora del Messina e così il calciatore Raffaele Biancolino si trova a dover cercare una nuova realtà.
L’exploit a Cosenza e il passaggio alla Salernitana
I problemi societari vissuti dal Messina portano Biancolino all’addio e al ritorno verso casa, sposando la causa della Juve Stabia in Lega Pro. Con le Vespe il Pitone va in rete 7 volte, saltando tutta l’ultima parte di campionato. Per la Juve Stabia quella 2008-2009 è una stagione sfortunata, culminata con la retrocessione nella seconda divisione della Lega Pro. Dopo appena una stagione, quindi, l’attaccante lascia Castellammare e si sposta a Cosenza, vivendo quella che, alla fine dei conti si rivelerà come la seconda esperienza più importante di Biancolino.
In Calabria infatti il Pitone torna ai suoi fasti, segnando undici reti e contribuendo alla salvezza del Cosenza. L’anno successivo i gol sono 10, ma non bastano a evitare ai calabresi la retrocessione dopo la sconfitta nei play-out contro il Viareggio, con due gare in cui il Pitone è assente. Il Cosenza è la squadra con cui Biancolino segna più gol dopo l’Avellino, 21, e anche quella con cui gioca più partite dopo gli irpini. Al termine della stagione 2010-2011 terminata con la retrocessione, però, l’attaccante fa ancora le valigie e torna in Campania, accasandosi stavolta alla Salernitana e provando a riportare la squadra nel calcio che conta.
La Salernitana, all’epoca Salerno Calcio, veniva da una fase tumultuosa della sua storia, con l’esclusione dai campionati da parte della FIGC e l’avvento della presidenza Lotito. Il club riparte dalla Serie D e Biancolino è la punta di diamante della squadra, che mira subito a tornare in Lega Pro. L’obiettivo viene presto raggiunto, grazie anche alle 20 reti del Pitone, grande trascinatore dell’allora Salerno Calcio.
Questa è una stagione cruciale per la squadra campana, che proprio da qui rinasce e inizia il percorso che, quasi dieci anni dopo, riporta la Salernitana in Serie A e alla dimensione che tutti conosciamo. Non era sicuramente facile uscire da quel periodo delicatissimo, ma i campani sono riusciti a ripartire subito al meglio e hanno trovato la spinta decisiva per portare a compimento, poi, il loro percorso.
Insomma, c’è la mano di Biancolino, molto incisiva, nella rinascita della Salernitana e dopo quella stagione il bomber decide che è il momento giusto per fare il tanto atteso ritorno a casa, scegliendo nuovamente di vestire la maglia dell’Avellino, pronto a vivere altre pagine straordinarie della storia del club irpino. L’avventura in biancoverde si era interrotta con quell’altalena di promozioni e retrocessioni e ora l’attaccante ritorna per portare nuovamente la sua squadra in Serie B, come aveva già fatto in precedenza altre tre volte.
Il tramonto di Raffaele Biancolino: la promozione con l’Avellino e il ritiro
Raffaele Biancolino torna all’Avellino, dunque, nella stagione 2012-2013 e riprende alla grande la sua carriera in biancoverde. I suoi dieci gol contribuiscono alla vittoria del campionato e alla nuova promozione in Serie B, la quarta centrata dal Pitone con la maglia dei campani. Stavolta, inoltre, la Serie B è decisamente meno amara per Biancolino e il suo Avellino, visto che la squadra si salva piazzandosi all’undicesimo posto, evitando quell’altalena che aveva contrassegnato la prima esperienza irpina del Pitone.
L’attaccante gioca, però, un ruolo da comprimario in Serie B, trovando poche volte il campo, ma non facendo comunque mai mancare il suo contributo quando chiamato in causa. Finalmente arriva, dunque, una salvezza in Serie B e a questo punto in estate Biancolino decide di dire nuovamente addio agli irpini, chiudendo la sua esperienza con 52 reti complessive tra la prima e la seconda esperienza in biancoverde: un bottino che rende il Pitone il secondo miglior marcatore di sempre della storia dei biancoverdi dietro a Luigi Castaldo.
Seguono per l’attaccante alcuni anni in serie minori, dal Barletta al Virtus Volla fino all’approdo alla squadra Città di Avellino, ma nel 2021 Biancolino decide di smettere e dire addio al calcio giocato. Già nel 2019 il calciatore aveva tentato l’esperienza da allenatore al Carotenuto, poi era tornato sui suoi passi vestendo nuovamente gli scarpini e facendo ritorno in campo, ma nel 2021 l’addio è definitivo e nel futuro di Raffaele Biancolino c’è, ancora una volta, l’Avellino, ma stavolta con tutt’altra veste.
Biancolino allenatore: la seconda carriera
Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, infatti, il Pitone rimane nel Città di Avellino diventandone l’allenatore, ma il richiamo della squadra che è diventata ormai la sua ombra si fa sentire forte e allora nella stagione 2021-2022 Biancolino accetta di diventare il viceallenatore della Primavera degli irpini. Qui il Pitone compie una grande scalata diventando allenatore della Primavera e poi tecnico ad interim dell’Avellino, prima dell’arrivo in panchina di Massimo Rastelli. Non c’è dubbio che il grande attaccante delle quattro promozioni in B abbia nel destino la panchina dell’Avellino, per riprendere un discorso lasciato in sospeso da calciatore.
A gennaio 2023 Raffaele Biancolino ha conseguito la qualifica da allenatore Uefa A e oggi guarda da vicino il suo Avellino, che si trova nel girone C del campionato di Serie C. Il passaggio da giocatore ad allenatore, come ha raccontato lo stesso Biancolino, è avvenuto proprio negli ultimi anni di carriera, quando era ancora in attività, ma già iniziava a guardare le cose da un punto di vista diverso.
Col ritiro, dunque, ha assecondato questo spirito e si è dedicato anima e corpo a questo nuovo ruolo con l’obiettivo mai nascosto di riuscire un giorno ad allenare proprio l’Avellino, la città che gli ha regalato le gioie più belle della sua carriera. Biancolino ha già sperimentato questa strada, sostituendo momentaneamente l’esonerato Taurino, ma sicuramente non vede l’ora di tornare alla guida degli irpini per puntare alla quinta promozione in Serie B, stavolta da allenatore. E poi chissà, magari anche qualche cosa in più.