La risonanza di quanto si è consumato in campo, durante il match di play off del campionato di Prima categoria tra la squadra locale e il Mondragone City, è tale anche grazie alla denuncia pubblica attraverso i social del sindaco di Mondragone, Francesco Lavanga, il quale ha pubblicato un’immagine scioccante per la violenza intrinseca ed esplicitata nel post che ha diffuso la notizia in merito a quanto avvenuto in campo.
- La rissa tra Casapesenna e Mondragone
- La versione del Mondragone
- La ricostruzione del Casapesenna
- La decisione del Giudice Sportivo
La rissa tra Casapesenna e Mondragone
Secondo quanto si evince dalla ricostruzione resa da Il Mattino e dall’agenzia ANSA, nel corso della partita – centrale in chiave promozione – la rissa si sarebbe scatenata poco dopo il gol del 2-0 annullato al Casapesenna, una decisione che avrebbe costituito il pretesto (ed è corretto sottolinearlo, in caso di simili atti) perché alcuni giocatori della squadra di casa si rivolgessero in modo aggressivo nei riguardi del guardalinee, che aveva alzato la bandierina per invalidare la rete, passando dalle accuse verbali al contatto fisico per rivolgersi poi agli arbitri.
I calciatori del Mondragone City – stando a questa versione – hanno tentato di difendere la terna arbitrale, provando a placare la rissa divenendo, a loro volta, vittime del conflitto in atto.
La versione del Mondragone
Sul campo sono intervenuti i carabinieri e la polizia, e alla fine tre giocatori del Mondragone sono finiti in ospedale con contusioni alla testa, dettaglio riportato anche dal sindaco, e costringendo inevitabilmente alla sospensione del match. A raccontare quanto avvenuto, in primis, è stato il presidente del Mondragone City, Alfredo Campoli.
“Se la sono presa con il guardalinee – ha denunciato Campoli – e non si è capito più niente. I miei calciatori sono intervenuti per calmare gli animi e per difendere la terna arbitrale ma si è scatenata la violenza. Non è possibile andare a giocare una partita di calcio e ritrovarsi con ragazzi colpiti alla testa e al volto che sono stati medicati e portati in ospedale. Io stesso sono stato minacciato pesantemente. Per evitare il peggio ho detto ai tanti tifosi che erano lì a sostenerci di andare a casa e di lasciar perdere perché ci si poteva fare male”.
Come accennavamo, a intervenire stigmatizzando l’accaduto è stato anche il primo cittadino del centro del casertano che ha deciso di esprimere nel post citato: “vicinanza a nome anche dell’intera amministrazione al presidente Alfredo Campoli e a tutta la nostra squadra di calcio del Mondragone City, che purtroppo è stata vittima di una brutta pagina di sport. Il calcio è unione, passione e gioco. Deve essere inteso come strumento per costruire e non per distruggere. Purtroppo però non è sempre così. I nostri ragazzi sono stati aggrediti mentre erano in campo, certamente non un’accoglienza ideale per chi ama veramente questo sport. Saranno accertate le responsabilità da parte delle autorità preposte ma è importante ribadire che simili episodi devono essere sempre condannati con forza e soprattutto devono essere respinti da parte di tutti. I nostri ragazzi hanno lottato in campo e hanno cercato di rappresentare l’essenza dello sport, che è agonismo e mai violenza”.
La ricostruzione del Casapesenna
Alla versione resa nota dal Mondragone, e condivisa anche da Lavanga, si contrappone quella del Casapesenna Calcio, che in una nota – reperibile sui social – ha dato la propria versione dei fatti, fornendo una versione diversa di quanto accaduto:
“In merito alla sospensione della partita di tra Casapesenna e Mondragone City, finale play off di prima categoria, vogliamo fare un po’ di chiarezza: al minuto 13′ del primo tempo supplementare il Casapesenna con una splendida ripartenza segnava il 2 a 0. Nei festeggiamenti per la realizzazione del gol venivano fortuitamente a contatto il mister locale e l’assistente di linea, il quale subito richiamava l’attenzione dell’arbitro per fare espellere l’allenatore. Da quel momento dalla panchina del Mondragone si alzavano diversi dirigenti e calciatori che con fare minaccioso si avvicinavano al guardalinee credendo che avesse segnalato qualche irregolarità nel gol appena realizzato (si trattava del secondo assistente, quindi nell’ altra metà campo e non era di sua competenza segnalare eventualmente il fuorigioco come volevano gli ospiti). In particolare il numero 8 del Mondragone si avvicinava alla panchina locale con atteggiamenti non proprio amichevoli scatenando una rissa e provocando la sospensione della partita”.
La decisione del Giudice Sportivo
Dal punto di vista sportivo, a fare chiarezza sarà la stessa terna arbitrale che è stata offesa e da quel che è stato riferito aggredita nel corso della partita.
Il Giudice Sportivo si esprimerà in base al referto arbitrale, che riporta di certo l’esatta dinamica dei fatti, mentre la Polizia di Stato sta raccogliendo gli elementi del caso e non è escluso che possano arrivare Daspo da una parte e squalifiche dall’altra una volta che saranno accertati i fatti.