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Ronaldo attacca la Juventus: "Una vergogna"

"Lo dissi già quel giorno e non sapevo ancora tutto il resto".

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Ronaldo attacca la Juventus: "Una vergogna" Fonte: 123RF

Ronaldo Luis Nazario de Lima, il Fenomeno che vestì la maglia dell’Inter dal 1997 al 2002, in un’intervista alla Gazzetta dello Sport è entrato a gamba tesa sulla polemica mai sopita del contatto con Iuliano nel famoso Juve-Inter del 1998.

“È passato così tanto tempo e ne abbiamo parlato talmente tante volte… Vent’anni giusti, già: una vita. Fu una vergogna, lo dissi già quel giorno e non sapevo ancora tutto il resto, ma erano anche altri tempi per il calcio italiano: vigilare per farsi rispettare è giusto, fare le vittime no. E poi mi sembra che le cose in Italia stiano andando meglio, no?”.

In vista del big match di stasera all’Allianz Stadium, Ronaldo la vede così: “Juve-Inter è una di quelle partite che ad una squadra possono dare molta più forza che punti in classifica. In questo, solo in questo, mi ricorda Juve-Inter del ’98: lì eravamo in corsa per lo scudetto, mentre questa Inter realmente non lo è, ma andandoli a sfidare con quel coraggio cercavamo la certificazione della nostra crescita. Ecco, l’Inter di Spalletti deve andare a Torino con quel coraggio. Poi andrà come andrà”.

Il paragone con la stella della Juventus Cristiano Ronaldo: “Siamo così diversi, io e lui. L’età, anzitutto. Nove anni di differenza, differenti gli anni in cui abbiamo giocato. Il calcio è cambiato in fretta recentemente, e cambia sempre più in fretta. Non voglio dire che ai ‘miei tempi’ fosse più difficile: però abbiamo affrontato situazioni molto diverse e con squadre diverse”.

Un’altra differenza è l’impatto con il campionato italiano: “Io avevo vent’anni, avevo già detto abbastanza con il Psv e il Barcellona, ma non tantissimo, sicuramente non tutto: ero ancora un progetto di campione, o perlomeno così mi sentivo. Cristiano è arrivato in Italia a 33 anni, nel pieno della sua maturità di giocatore. Anzi, di campione fatto e finito”.

“Siamo diversi pure per il ruolo e il modo di recitarlo, anche se lui ora gioca molto più in mezzo e molto più vicino alla porta. Ma ha un altro modo di avvicinarla, di arrivarci, anche se lo scopo ultimo è lo stesso. Forse in passato un assist lo appagava quanto un gol, adesso non credo. Ecco: per la voglia di gol siamo abbastanza uguali, sì”.

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