E’ arrivata lunedì mattina la condanna ai danni di Wayne Rooney, comparso in tribunale per rispondere dell’accusa di guida in stato di ebbrezza. I magistrati di Stockport gli hanno ritirato la patente per due anni e hanno stabilito che dovrà svolgere 100 ore di servizi sociali distribuite in 12 mesi. L’attaccante dell’Everton è stato castigato anche nel portafoglio: dovrà anche infatti pagare un’ammenda di 170 sterline, una cifra simbolica visto il denaro che ha incassato nella sua lunga carriera, fatta soprattutto di quasi 400 partite giocate con la casacca del Manchester United e119 – con 53 gol – con quella della nazionale inglese.
Rooney, trentadue anni da compiere il prossimo 24 ottobre, era stato arrestato lo scorso 1 settembre nei pressi della sua abitazione nel Cheshire, alle 6 del mattino. Il calciatore stava rientrando dopo una serata passata in compagnia di alcuni di squadra e iniziata al Bubble Room di Alderley Edge.
L’attaccante, che è tornato all’Everton in estate, era stato trovato con un tasso alcolico tre volte superiore al limite. “Voglio pubblicamente scusarsi per la mia imperdonabile mancanza di giudizio nel guidare con un tasso alcolemico oltre il consentito. Il mio è stato un comportamento completamente sbagliato. Ho già chiesto scusa alla mia famiglia, al mio allenatore, all’Everton, e adesso voglio scusarmi con tutti i tifosi e chiunque altro mi abbia seguito e sostenuto nel corso della mia carriera” ha detto, piuttosto emozionato, al termine dell’udienza.
“Ovviamente accetto la sentenza e spero di fare in qualche modo ammenda attraverso i servizi sociali” ha infine aggiunto Rooney, che giovedì scorso era in Italia: ha giocato (e perso 3-0) al ‘Mapei Stadium’ di Sassuolo contro l’Atalanta in una gara valida per la fase a gironi dell’Europa League.
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