Parola di campione. Andy Roddick ha lasciato gli Stati Uniti ed è stato ospite del torneo di Wimbledon nella giornata di ieri dove ha assistito anche alla partita tra Jannik Sinner e Pedro Martinez. E l’effetto dal vivo, come segnalano in tanti, è sempre diverso rispetto ai match visti in televisione come l’ex tennista statunitense rivela nel corso di un episodio del suo podcast.
Impressionato da Sinner
Nell’ultimo episodio di “Served with Andy Roddick”, l’ex campione staunitense ha analizzato il match tra Sinner e Martinez a cui ha assistito dal Royal box sul centrale di Wimbledon: “Penso che non sappiamo ancora Sinner a che livello sia in questo torneo. Fino a questo momento non ha ancora dovuto spingere al massimo. Ma posso dire questa cosa, vederlo dal vivo è diverso: il suono della palla quando esce dalla sua racchetta è completamente diverso da qualunque essere umano sulla terra. Sembra un’esplosione ogni singola volta. A esclusione del servizio, io non sono mai riuscito a tirare fuori quel suono dalla mia racchetta. Il lavoro che riesce a fare con il polso è pazzesco, non riesco a capire come faccia ad avere quel tempismo e in maniera così consistente”.
Le ambizioni di Jannik
L’erba sembra essere la superficie su cui il gioco di Sinner è ancora in fase di evoluzione. E il confronto con Dimitrov negli ottavi di finale potrebbe essere il primo banco di prova importante. E anche per Roddick i margini di miglioramento dell’azzurro sono ancora tanti: “In questo torneo sembra quasi avere fretta di portare a termine le cose, non so se qualcuno lo possa davvero attaccare. Se gioca in questo modo dal centro del campo è difficile metterlo in difficoltà e contro Martinez non stava giocando sulla linea di fondo campo, era un metro in mezzo al campo. Guardandolo giocare ho pensato: è così bravo su questa superficie eppure ci sono ancora margini di miglioramento, non è una superficie naturale per lui. Sono rimasto davvero impressionato”.
Il parere su Djokovic
Roddick analizza anche il match di Novak Djokovic, che ieri ha eliminato in tre set il connazionale Kecmanovic. E lo statunitense morde un po’ il freno: “Sta giocando alla grande, e uno che raggiunge due semifinali slam in un anno alla sua età è senza dubbio un traguardo che tutti noi sognavamo quando eravamo nei nostri anni migliori. Ma credo che anche lui ti dirà che non si muove come una volta, non ha la stessa velocità nell’andare da un angolo all’altro del campo. Penso che possa ancora controllare il gioco come ai vecchi tempi contro giocatori che non possono fargli male, ma questa versione di Novak può vincere il torneo. In questo momento credo che l’erba sia la superficie perfetta per lui”.