L’ex allenatore Nevio Scala, colui che fece esordire Gianluigi Buffon, è intervenuto a La Gazzetta dello Sport nel giorno del compleanno del portiere bianconero: “Intanto gli faccio gli auguri per il 43° compleanno. E poi adesso andrò a rivedermi quella famosa partita, anche se ce l’ho ben scolpita nella memoria. Azzardai parecchio mandandolo in campo dal primo minuto, giocavamo contro il Milan di Fabio Capello, era una sfida al vertice della Serie A, mica un’amichevole”.
Il pubblico del Tardini non si aspettava di certo Buffon in campo quel giorno: “Un silenzio di diffidenza, è ovvio. Chi conosceva Buffon? Soltanto noi che lo vedevamo tutti i giorni potevamo avere coscienza delle sue qualità. Accadde questo: il titolare era Luca Bucci che s’infortunò, il suo vice era Alessandro Nista e dunque doveva toccare a lui. In settimana, però, durante gli allenamenti, io e il preparatore dei portieri Enzo Di Palma ci accorgemmo che Gigi, che era il terzo portiere, era insuperabile. Lo bombardammo di tiri e nessuno riusciva a fargli gol. Tenete presente che in quel Parma, a calciare in porta, c’era gente come Stoichkov e come Zola, non giocatori qualunque ma autentici campioni. Eppure Buffon parava tutto. A quel punto, al sabato, dopo l’allenamento di rifinitura, decisi che avrebbe giocato lui. Lo presi da parte e gliene parlai. Mi rispose: “E che problema c’è?”. Aveva la spensieratezza e l’incoscienza che si hanno a diciassette anni”.
Fermò il Milan con interventi prodigiosi. A fine gara, il pubblico cambiò subito idea: “Era un predestinato e la sua carriera è lo specchio del suo carattere. Io ho intravisto le sue doti, ma il resto lo ha fatto lui: un vero fenomeno che ha regalato momenti magici al calcio. Oggi che compie 43 anni, io a Buffon darei 10 per tutta la carriera. Quanti riusciranno a fare quello che ha fatto lui?”.