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Sla Materazzi, pace fatta col fratello Marco dopo anni di contrasti, c'è un donatore super nel calcio

Il procuratore colpito dalla malattia sta lottando con l'aiuto della moglie Maura, raggiunti 200mila euro nella raccolta fondi ma non bastano ancora

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

La raccolta fondi per raggranellare la somma che serve per provare a salvare Matteo Materazzi sta volando, raccolti oltre 200mila euro finora, grazie anche alla megadonazione di un (anonimo per ora) personaggio del mondo del calcio che ha versato un assegno da 50mila euro ma manca ancora parecchio per arrivare a quel milione e mezzo di euro che occorre per la terapia che offre la Columbia University. Sono tutti in apprensione per il futuro del procuratore, fratello di Marco, figlio dell’ex tecnico Beppe e padre di due ragazzi (Geremia di 18 anni e Gianfilippo di 16) che ha scoperto di avere la Sla e la prima a soffrire è la moglie Maura che si confessa al Corriere della sera.

Il racconto della moglie

La donna rivela tutta la sofferenza del momento e come è iniziato questo calvario, con la paura che la malattia possa essere ereditaria: i figli hanno fra il 15 e il 20% di possibilità di sviluppare la medesima mutazione: “Una vita senza di lui non la immagino, proprio non ci riesco. Tutto è iniziato da una forte depressione, che lo ha portato a chiudersi, a non voler più uscire con gli amici. Ha iniziato a zoppicare, pensava di essersi fatto male saltando una staccionata. Cadeva spesso, camminava in modo robotico, si stancava molto. Ma non voleva fare esami.

Poi a una partita di nostro figlio Gianfilippo, che gioca nelle giovanili della Lazio. Un torneo organizzato dalla Fondazione Vialli e Mauro. Matteo è sugli spalti, non salta una partita. Perde l’equilibrio, cade. Lì vicino c’è Claudio Marchisio, gli chiede come sta, lo ascolta, insinua il dubbio. ‘Ti sei fatto vedere da qualcuno?’.

I precedenti di Sla nel calcio

Da quel momento inizia il dramma: la Fondazione lo mette in contatto con il professor Sabatelli del centro Nemo di Roma che per la diagnosi non ha avuto bisogno neanche di fargli gli esami. Il verdetto fa gelare il sangue, ricordando i tanti precedenti da Signorini a Borgonovo. Il 50% di malati di Sla muore entro tre anni. Matteo e la signora Maura piangono per una settimana intera, lui in pochi mesi perde l’uso delle gambe, finisce sulla sedia a rotelle e ora non muove più neanche le braccia, solo un po’ le mani. La malattia sta avanzando velocemente ma la moglie reagisce, parte la raccolta fondi.

Il rapporto col fratello Marco

Maura parla anche del ritrovato rapporto del marito col fratello Marco, ex difensore dell’Inter e della Nazionale: “Per anni hanno avuto un rapporto complicato, ma dall’inizio della malattia sono tornati a parlarsi ogni giorno. Anche Marco si sta spendendo nelle sue possibilità, non possiamo dimenticare che ha una famiglia. Ma gli è accanto a lui, come tutti noi. E di questo Matteo è felicissimo”.

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