L’ex giocatore di Chievo, Fiorentina e Lazio Christian Manfredini, ora allenatore, è stato condannato dal Tribunale di Torino a 8 mesi di reclusione per violazione degli obblighi di assistenza familiare.
Il giudice, che ha anche stabilito il pagamento di 500 euro di multa e il risarcimento di 6.500 euro alle parti civili, ha reputato l’ex centrocampista ivoriano di essersi sottratto alla responsabilità genitoriale nei confronti della figlia, oggi di 22 anni, avuta a Torino quando giocava nella squadra Primavera della Juventus.
A spiegare la situazione l’avvocato Alessandro Dimauro, che assiste la ragazza e la madre: “Non è una questione di soldi. Sarebbe opportuno che Manfredini riprendesse i rapporti con la figlia. Hanno una solo foto insieme in vent’anni di vita. Non hanno mai festeggiato un compleanno, un Natale. Lui, che l’ha riconosciuta dopo l’esame del Dna, manon ne ha mai voluto sapere. Ha spiegato di essersi interessato sempre e solo al calcio. Lei l’ha cercato più volte, nella speranza che si decidesse a fare il padre”.
In una nota a tuttomercatoweb.com, Manfredini ha risposto così in merito alla questione: “Sono assolutamente rammaricato per il clamore mediatico creato dalla mia vicenda personale. Ritengo, infatti, che sia inopportuno violare quella che è la vita privata delle persone. In questo momento la mia priorità è soltanto una: tutelare la mia famiglia, mia moglie, i miei bambini e la stessa Camille la quale, evidentemente, è mal consigliata da qualcuno in questo momento”
Il tecnico 43enne parteciperà comunque alla “Partita Mundial” in programma questa sera all’Olimpico. Lo rende noto il suo entourage che spiega: “Manfredini non ha alcuna intenzione di diventare parte lesa di un tritacarne mediatico costruito ad arte da taluni avvocati e dalla madre di Camille. Christian già a suo tempo ha riconosciuto la paternità della ragazza. Ed è suo desiderio proteggerla da qualsiasi esposizione mediatica. Va altresì precisato che, qualora dovessero essere confermate le sue responsabilità, Christian è pronto a rispettare la sanzione pecuniaria imposta dal Tribunale di Torino (500 euro di multa e il risarcimento di 6.500 euro alle parti civili, ndr)”.
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