Simona Viceconte aveva già tentato il suicidio: ruolo del marito

La sorella della campionessa Maura, morta anche lei suicida un anno fa, ha lasciato un messaggio alle figlie

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Simona Viceconte aveva già tentato il suicidio: ruolo del marito Fonte: ANSA

Dopo l’emozione, suscitata dalla tragica scomparsa di Simona Viceconte a un anno di distanza dalla sorella Maura, campionessa italiana e indimenticabile protagonista dell’atletica, si aggiungono tasselli ulteriori che restituiscono particolari difficili di una vita complicata, più di quanto trasparisse e che aiutano a restituire un quadro veritiero al contesto in cui è maturata la volontà di togliersi la vita. Secondo quanto riferisce Il Messaggero, Simona aveva tentato di suicidarsi due settimane fa.

Il tentativo fallito di suicidio

A riferirlo, al suo legale, il marito, ora indagato per maltrattamenti. “Simona mi chiamò dicendo che stava male – la ricostruzione dell’uomo -. Io tornai a casa, vidi il lampadario rotto e dei segni sul collo di mia moglie. Lei però negò il tentativo di suicidio”.

La tragedia di Maura e Simona Viceconte

Come reso noto dall’agenzia ANSA, è un’ipotesi di istigazione al suicidio quella con cui il sostituto procuratore Enrica Medori ha aperto un fascicolo giudiziario e disposto l’autopsia sulla salma di Simona, la quale è stata ritrovata impiccata alla ringhiera con un foulard nel sottoscala del suo palazzo da una vicina, proprio come fece un anno prima la sorella maggiore. Maura era, però, gravemente malata. Un aspetto della sua vita personale tragico, di estrema delicatezza.

Maura, campionessa della maratona, era riuscita a conquistare la medaglia di bronzo agli Europei di Budapest (oltre all’argento con la squadra azzurra) e realizzò il sogno di partecipare alle olimpiadi di Sydney (arrivando 12esima).

L’autopsia su Simona Viceconte: il marito indagato

E’ presumibile che il magistrato che indaga sul caso, nel disporre un atto irripetibile, abbia voluto individuare attraverso il lavoro peritale, eventuali elementi fisici o clinici che possano aver indotto la donna a togliersi la vita. Così come importante potrebbe risultare l’eventuale individuazione di patologie maligne, altro elemento che accomunerebbe le due sorelle nella tragica decisione di togliersi la vita.

Dall’esame autoptico è stata stabilita la causa del decesso. L’esame necroscopico, eseguito dall’anatomopatologo Giuseppe Sciarra, ha confermato che il decesso è stato causato da asfissia da impiccamento.

Non è emersa evidenza di altre tracce, così come di patologie in corso: l’unico quesito chiesto al perito era di stabilire la causa della morte. Il perito ha prelevato campioni biologici, che serviranno per gli approfondimenti di laboratorio tesi a individuare eventuali tracce di farmaci. All’accertamento irripetibile non ha partecipato un consulente di parte del marito della donna, che non lo ha nominato.

Gli investigatori, inoltre, hanno rinvenuto un biglietto di commiato, indirizzato alle due figlie minorenni dalla donna che, stando all’ANSA, si stava separando dal marito.

La separazione dal marito e le ragioni dell’addio

Sul marito di Simona, invece, si è concentrata l’attenzione della procura: l’uomo risulta infatti indagato per maltrattamenti e per responsabilità per dolo o colpa. Il marito della Viceconte, direttore di banca, è stato raggiunto da un avviso di garanzia emesso dalla Procura di Teramo, atto necessario all’autopsia che è stata affidata in mattinata ed è attualmente in corso. L’avviso di garanzia è un atto dovuto in presenza di un accertamento irripetibile come l’autopsia che consente all’indagato di nominare un proprio consulente, che l’indagato ha preferito non nominare. L’ANSA rende noto solo le iniziali: L.A.

“Non c’è stata mai denuncia per maltrattamenti e l’unica questione in piedi tra la coppia era la imminente udienza di comparizione per la separazione consensuale”, ha precisato il legale dell’indagato, Antonietta Ciarrocchi.

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