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Sinner caso doping, la previsione dell’ex Bracciali non lascia scampo: “Conosco bene la Wada, sarebbe una carognata”

Jannik Sinner, dopo il ritiro a Parigi-Bercy e con l’obiettivo ATP Finals, deve continuare a fare i conti con il caso doping e dall’ex tennista Bracciali arriva una previsione poco positiva

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Gerry Capasso

Gerry Capasso

Giornalista

Per lui gli sport americani non hanno segreti: basket, football, baseball e la capacità innata di trovare la notizia dove altri non vedono granché

Numero 1 del mondo, una stagione da sogno: eppure Jannik Sinner la sua vera battaglia dovrà condurla lontano dal campo da gioco e nelle aule di tribunale. Non è bastata una vittoria all’ITIA, organo internazionale e indipendente che si occupa di doping e scommesse nel mondo del tennis, l’appello Wada lascia le porte aperte a una possibile squalifica.

Sinner: la previsione di Bracciali

A lanciare l’allarme in vista di quello che potrebbe succedere ci pensa Daniele Bracciali. L’ex tennista che in carriera è stato numero 49 del mondo in singolare e numero 21 in doppio ammette di essere preoccupato e pessimista sulla vicenda doping che ha colpito Jannik Sinner. Nel corso di un’intervista con Mowmag, l’aretino non è sembrato particolarmente ottimista in vista dell’appello al TAS presentato dalla Wada: “Conoscendo bene l’ambiente di Wada e Itia, posso dire che una squalifica arriverà sicuramente. Secondo me non è giusto che un giocatore venga squalificato anche se viene appurato che non ha assunto farmaci per migliorare la prestazione. Il clostebol nel caso di Jannik non ha cambiato niente. E la responsabilità oggettiva è una cretinata. E la Wada non ha fatto appello in tantissimi casi”.

Il precedente Bortolotti

C’è un caso che fa sperare ed è quello di Marco Bortolotti che nel marzo del 2024 fu assolto dall’ITIA con la dicitura “No fault, no negligence”, in pratica la stessa con cui ha assolto Jannik Sinner. “In quel caso – continua Bracciali – la Wada non ha contestato l’ITIA ma Bortolotti non è Sinner e non avrebbe avuto tutto questo clamore. Penso che ormai gli italiani abbiano imparato a conoscere Jannik anche se i detrattori ci saranno sempre. L’unica soluzione giusta sarebbe quella dell’assoluzione. Una squalifica non peserebbe sulla classifica, con il vantaggio che ha può rimanere fermo anche per 3-4 mesi, ma dal punto di vista psicologico sarebbe un peso. Ma squalificarlo sarebbe una vera carognata”.

I tempi per la sentenza del TAS

E a pesare in questo momento c’è un’attesa logorante per Sinner e per tutto il suo team. Difficile programmare il futuro con una spada di Damocle che incombe sulla testa. La richiesta della WADA (1-2 anni di squalifica) sembra eccessiva anche in relazione alle squalifiche comminate nell’ultimo periodo a partire dalla riduzione concessa a Simone Halep ma il rischio c’è. E previsioni a parte, pessimistiche o ottimistiche che siano, l’attesa resta ancora lunga. Difficilmente infatti si arriverà a una decisione prima della fine del 2024 con Sinner che rischia anche di vedere a rischio la difesa del titolo agli Australian Open.

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