Jannik Sinner sta avendo una stagione da sogno. Il 2024 è stato l’anno della sua definitiva consacrazione nel mondo del tennis. Ma il suo atteggiamento resta sempre lo stesso, la fede incrollabile nell’etica del lavoro, la voglia di continuare a migliorare e il suo modo di fare, un po’ tra il goffo e lo stralunato che ha conquistato il cuore di tanti tifosi.
- Il numero 1 al mondo e il ko con Alcaraz
- Il bersaglio sulla schiena
- Il rammarico Olimpiadi
- Le difficoltà durante il caso doping
Il numero 1 al mondo e il ko con Alcaraz
Nel corso dell’intervista rilasciata a Sky e di cui è stata pubblicata un’anteprima sul sito di Intesa San Paolo, Sinner ritorna sui primi giorni in testa al ranking mondiale: “Essere il numero 1 del mondo? Mi sono svegliato come tutti gli altri giorni, lo sono diventato mentre stavo giocando il Roland Garros, ho perso con Carlos al quinto in semifinale e al numero non ci ho pensato e neanche dopo. Era una giornata molto difficile e non sono riuscito a vincere con Alcaraz. La classifica è un risultato del livello e della continuità ad alti livelli. La classifica viene con i risultati”.
Il bersaglio sulla schiena
Giocare da numero 1 è diverso, l’ammissione è dello stesso Jannik che non solo spiega cosa sia cambiato ma anche la sua voglia di continuare a lavorare, rinunciando anche a tornare a casa e al suo tempo libero: “Perdere da numero 1 al mondo è diverso, sei sempre quello più nel mirino. Ma questo permette al gioco di essere più bello. Credo che come persona non sono mai cambiato, il successo non mi ha cambiato o il modo in cui tratto le persone intorno a me. Hai un po’ meno tempo libero, dedico più tempo possibile al lavoro e quindi è una cosa che dipende da me. Ma non voglio andare a casa, la mia carriera è iniziata quando ha 13 anni e mezzo ho deciso di andare via da casa. Ora sono arrivato al punto che ho sempre sognato”.
Il rammarico Olimpiadi
Il 2024 è stato da sogno con qualche momento negativo e soprattutto con la spada di Damocle del caso doping. Sinner rivela il segreto dietro il successo di questa stagione: “Credo che l’elemento decisivo di quest’anno sia stata la forza mentale, le partite si vincono con la testa. Tutti giocano bene a tennis, la differenza la fanno i piccoli dettagli. Sono riuscito a capire tante cose in questa stagione e ho vinto tante partite con la forza mentale. La prossima sarà una stagione molto diversa, so che posso vincere i grandi tornei. L’obiettivo è imparare tante cose dal lato fisico e mentale perché c’è ancora un passo che posso fare”.
Ma c’è anche un rammarico che riguarda le Olimpiadi di Parigi: “Ho avuto un momento molto difficile quest’anno perché non ho potuto giocare le Olimpiadi, ora c’è ancora la Coppa Davis che sono molto contento di giocare se il capitano mi convoca”.
Le difficoltà durante il caso doping
Jannik Sinner nel corso della sua intervista torna anche sul caso doping che lo vede coinvolto e che gli è costato tanto anche dal punto di vista mentale: “Era difficile innanzitutto perché non mi potevo aprire con tante persone. Era un periodo molto complicato perché non sapevo come dovevo comportarmi io, di persona, non sapevo cosa sarebbe uscito, non sapevo cosa sarebbe successo con il team. Era molto difficile, normalmente io sono sempre in controllo, e invece lì era abbastanza facile perderlo, il controllo. Solo che dopo un po’ di settimane mi sono svegliato un mattino e ho detto: “Ma alla fine io non ho fatto niente di sbagliato, non sapevo niente, e quindi per me era già passata, poi quello che esce dal giudice, quello che può uscire o non può uscire alla fine io non lo posso più controllare, no?”. Il vero momento difficile secondo me era proprio quando è uscita la notizia. Ed è uscita in una fase molto delicata perché è arrivata prima di un Grande Slam”.