Sono ormai passati cinque anni da quel caldo pomeriggio brasiliano del 24 giugno 2014 in cui l’Italia disputò quella che, almeno fino all’estate 2022, rimarrà l’ultima partita giocata dall’Italia nella fase finale di un campionato del mondo.
A Natal l’Uruguay superò per 1-0 gli Azzurri grazie ad un colpo di testa nel finale di Diego Godin, che costrinse Buffon e compagni, in inferiorità numerica per l’espulsione di Marchisio al 60’, alla seconda eliminazione consecutiva nella fase a gironi dopo quella dell’edizione 2010, quando l’Italia si presentò da campione in carica dopo la gloria di Germania 2006.
Ma oltre che per l’esito finale quella partita è rimasta nella storia anche per il celebre morso che Luis Suarez rifilò a Giorgio Chiellini durante il primo tempo. Il centravanti della Celeste la passò liscia, scampando l’espulsione, salvo poi essere smascherato dalla prova televisiva che fu inflessibile nell’infliggere all’allora attaccante dell’Ajax una squalifica di quattro mesi.
Proprio in quelle settimane si stava concretizzando il trasferimento di Suarez al Barcellona, che andò comunque in porto, ma a un lustro di distanza lo stesso giocatore è tornato sull’argomento in un’intervista a ‘Fox Sports’ nella quale ‘El Pistolero’ ha in parte ammesso le proprie responsabilità, provando però anche a discolparsi: “Non accettavo la realtà, quando mia moglie mi chiedeva cosa era successo le dicevo che ci eravamo solo scontrati. Mi sono rivolto agli psicologi e questo mi ha aiutato molto ad accettare gli errori e a crescere. Ho sofferto molto, sono stato davvero male, per mia moglie, per i miei figli, per i miei compagni”.
Suarez ha poi ammesso di aver temuto che saltasse il passaggio al Barça: “Fu inumano il modo in cui fui trattato. Avevo firmato col Barcellona e non ci fu nemmeno una presentazione. Pensavo che la mia carriera fosse alla fine. Quando mi chiamarono per firmare piansi per tutto il giorno”.
SPORTAL.IT