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Svolta nel giallo sulla morte del calciatore umbro: emesso un arresto

È stato arrestato un uomo con l'accusa di omicidio volontario per la morte di Davide Piampiano, giovane calciatore umbro rimasto ucciso durante una battuta di caccia

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Luca Santoro

Luca Santoro

Giornalista

Esperto di Motorsport ma, più in generale, appassionato di tutto ciò che sia Sport, anche senza il Motor. Dà il meglio di sé quando la strada fa largo alle due o alle quattro ruote

Si torna a parlare di un caso di cronaca che ha coinvolto un giovane calciatore dilettante, il 24enne Davide Piampiano, originario di Assisi e che militava nel Viole Calcio (squadra umbra della Promozione Girone A), rimasto ucciso durante una battuta di caccia. Nelle ultime ore la svolta nelle indagini: a quanto risulta, non si sarebbe trattato di un incidente, ma di un omicidio.

La morte del calciatore umbro: la prima dinamica dei fatti

Il fatto avvenne lo scorso 11 gennaio nei boschi della zona del Monte Subasio, precisamente Fossa delle Carceri, dove il centrocampista (presente alla battuta assieme a degli amici) è stato raggiunto da un colpo di fucile al petto. Pampiano, risulta, era comunque riuscito a fare un’ultima telefonata ad una persona che era con lui per ricevere aiuto, ma i soccorsi – resi complessi dalla zona montuosa – non hanno potuto fare nulla per il ragazzo. Le prime ricostruzioni parlavano di tre persone, inclusa la vittima, presenti alla battuta: per la precisione, il calciatore era assieme ad un amico, mentre un terzo soggetto non direttamente coinvolto nella battuta ma comunque residente in zona aveva rinvenuto il giovane ferito mortalmente dopo aver sentito lo sparo in lontananza.

La svolta: l’arresto di un uomo e le accuse

Davide Pampiano era molto conosciuto e amato ad Assisi, la sua città e dove la sua famiglia è proprietaria di un hotel e di un ristorante, perciò il caso destò una certa sensazione. Così come colpisce la svolta recente, con un uomo (anch’egli residente nella città umbra) che è stato raggiunto questo pomeriggio da un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Perugia ed eseguita dai carabinieri della compagnia di Assisi. L’uomo è stato quindi arrestato e condotto al carcere di Capanne.

Sul capo del presunto autore del gesto pendono dei gravi indizi di colpevolezza relativi al reato di omicidio volontario con dolo eventuale. Come si è giunti a questa svolta? Anzitutto, dall’autopsia sul corpo del ventenne erano emersi dubbi sul fatto che il colpo fosse partito accidentalmente dallo stesso Pampiano, con una dinamica che mal si sposava con l’ipotesi dello sparo a bruciapelo dopo una caduta.

Successive indagini dei carabinieri hanno poi portato all’esito di oggi: fondamentale anche l’analisi di una GoPro, rinvenuta sul luogo del presunto delitto, appartenente alla vittima e che Pampiano usava per filmare e caricare le immagini sui suoi social.

La GoPro fondamentale per fare luce sulla morte di Pampiano

Ebbene, da quei filmati è emerso – da quanto viene fatto trapelare – che il colpo è in realtà partito da una terza persona, forse anch’egli presente alla battuta di caccia. Successivamente, il presunto autore del fatto, resosi conto di quanto avvenuto, avrebbe poi provato ad inquinare la zona del delitto, scaricando il fucile della vittima e liberandosi del proprio e della propria giacca da caccia.

Sempre dai filmati, sembra che il presunto assassino abbia poi omesso di chiamare subito i soccorsi, giunti solo dopo diversi minuti e chiamati dall’altro ragazzo presente alla battuta. Al momento è ignoto il movente del presunto omicidio.

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