A meno di una settimana dalla fine del programma olimpico, la scherma italiana si lecca le ferite per i risultati sotto le aspettative della spedizione di Tokyo 2020.
Per la prima volta da Seul 1988 l’Italia non ha ottenuto alcuna medaglia d’oro nelle prove individuali e a squadre di fioretto, sciabola e spada, ma a colpire maggiormente gli appassionati e gli addetti ai lavori, ancora di più rispetto ai risultati deludenti, è stato il clima di scarsa unità che si è notato all’interno del team azzurro e deflagrato dopo la clamorosa ricusazione nei confronti del ct del fioretto Aldo Cipressa.
L’ex atleta, oro a squadre a Los Angeles 1984, è stato infatti sfiduciato apertamente attraverso una lettera ufficiale inviata al presidente federale Paolo Azzi e firmata da ben 16 atleti. Un modo vistoso e fragoroso, una vera e propria petizione, per esprimere il malcontento nei confronti dell’attuale gestione tecnica, iniziata nel gennaio 2013.
Tornano quindi d’attualità le pesanti critiche che erano state rivolte a Cipressa da Elisa Di Francisca subito dopo il flop della squadra di fioretto femminile, composta da Monica Batini, Arianna Errigo e Alice Volpi, costretta ad accontentarsi del terzo posto nella prova a squadre dopo aver mancato il podio nel torneo individuale.
Di Francisca, oro individuale a Londra 2012 proprio nella finale contro Errigo e oro a squadre, aveva stroncato Cipressa definendolo “non adeguato” al ruolo.
Tra gli schermidori italiani che hanno firmato la lettera comprende l’intera squadra italiana di fioretto maschile e femminile presente a Tokyo 2020, con la sola, ovvia eccezione di Erica Cipressa, figlia dell’attuale ct e riserva del fioretto ai Giochi giapponesi.
I nomi sono quelli di Giorgio Avola, Daniele Garozzo, Alessio Foconi, Andrea Cassarà, Edoardo Luperi, Alessandro Paroli, Guillelme Bianchi, Lorenzo Nista, Damiano Rosatelli, Arianna Errigo, Alice Volpi, Martina Batini, Camilla Mancini, Martina Sinigallia, Francesca Palumbo, Valentina Di Costanzo.
Nella lettera si sottotlinea “l’essere venuta meno nell’ambito di entrambi i settori del fioretto la fiducia riposta nell’attuale commissario tecnico Andrea Cipressa”. .
Si evidenzia poi in particolare “la perdurante disorganizzazione nell’ambito dei ritiri collegiali e delle competizioni, unitamente all’oggettiva incapacità dell’attuale commissario tecnico di fare fronte ai bisogni tecnici degli atleti nell’ambito delle gare, ha generato un clima di forte disagio e di insanabile sfiducia degli scriventi atleti rispetto ad Andrea Cipressa. In considerazione di quanto sopra, i sottoscritti tutti chiedono che la Federazione Italiana Scherma provveda alla sostituzione dell’attuale commissario tecnico”.
Vana, a questo punto, si può definire la replica dello stesso Cipressa, che aveva definito “disgustosi e maleducati” gli attacchi di Di Francisca.
A questo punto la parola passa ad Azzi, che già nel post Tokyo aveva annunciato la necessità di effettuare riflessioni urgenti sul momento delicato della scherma italiana e pure sulla gestione tecnica, non solo del fioretto.
Difficile immaginare che Cipressa possa restare al proprio posto, ma non semplice individuare un sostituto. Il recente passato porta a Stefano Cerioni, ct dei trionfi di Londra 2012, poi passato alla Russia. Il tempo però stringe, perché a Parigi 2024 mancano solo tre anni e una delle Federazioni più vincenti della storia dello sport italiano necessita di chiarezza.