Salgono le positività fuori e dentro il Villaggio Olimpico di Tokyo ma per ora tutto procede spedito verso la cerimonia d’apertura in programma venerdì alle ore 13 italiane.
La situazione viene monitorata di ora in ora e, nonostante le dichiarazioni della governatrice della Capitale Yuriko Koike e del presidente del CIO Thomas Bach, desta sempre più preoccupazione.
Sono infatti 79 al momento le persone risultate positive agli oltre 20 controlli effettuati su sportivi, organizzatori e giornalisti, un numero tutto sommato ancora contenuto (gli atleti sono solo 8) che però non può esser sottovalutato dai dirigenti a capo della rassegna a cinque cerchi.
Costoro tuttavia hanno certamente meno problemi di chi invece, proprio in questi giorni, sarà incaricato di gestire il notevole aumento dei contagi nella capitale nipponica.
Al di fuori della bolla olimpica nelle ultime 24 ore si sono registrate 1.832 nuove infezioni, una cifra questa che la governatrice Yuriko Koike ha provato a ridimensionare sottolineando come “i casi gravi sono cresciuti di poco, in tutto sono 64, e quello che emerge guardando il quadro complessivo è che i vaccini stanno facendo il loro lavoro”.
Il quadro generale, in ogni caso, è tutt’altro che tranquillo a Tokyo dove qualcuno reputa che le Olimpiadi possano ancora esser oggetto di cancellazioni. Fra questi spicca il capo del comitato organizzatore Toshiro Muto il quale, vista l’imprevedibilità delle circostanze, non esclude che in caso di gravi peggioramenti si possa arrivare allo scenario più temuto.
Non è di quest’avviso invece Thomas Bach che, al contrario di Muto, ritiene che la situazione attuale non sia paragonabile ad alcuni momenti vissuti negli ultimi 15 mesi quando davvero “i Giochi Olimpici hanno rischiato di andare a pezzi” e hanno obbligato i massimi dirigenti olimpici a “notti insonni, a prendere decisioni quotidiane su basi molto incerte e ad avere dubbi ogni giorno”.
Vedremo nei prossimi giorni se la tranquillità del numero uno del Comitato Olimpico Internazionale cederà il passo a quell’ansia che invece, da qualche giorno, pare sta già turbando gli organizzatori nipponici.