Diego Ulissi è intramontabile e per la stagione numero 14 centra una vittoria: il 35enne toscano non ha mai fatto cilecca da quando è corridore professionista.
L’ultima perla della carriera è la quarta tappa del Tour of Oman, che lo ha visto alzare la braccia sul traguardo di Yitti Hill al termine di 205 km di battaglia, inclusa la salita di Al Jissah a 11 km dall’arrivo; la vittoria numero 45 della carriera è ottenuta con uno sprint ristretto sul francese della Cofidis Zingle e sull’olandese della Bora-hansgroe Schelling. Ora Ulissi è secondo nella classifica generale, a 5″ dallo statunitense Jorgenson e nell’ultima tappa in programma domani potrà cercare il colpaccio: la frazione che porta da Samail a Jabal Al Akhdar prevede l’arrivo in salita e quasi il 10% di pendenza media nel finale.
Queste le dichiarazioni del corridore della UAE Emirates, che aveva vinto in agosto l’ultima corsa: “Volevo partire forte quest’anno, però a gennaio sono stato poco bene, mi sono fermato una settimana e al Challenge Maiorca ho accusato questo stop, sotto il diluvio non mi sono sentito particolarmente brillante, ma avevo percepito che la gamba stava migliorando. Qui in Oman ho trovato arrivi adatti a me e non mi sono voluto tirare indietro».
La costanza di rendimento lungo la carriera è stata riproposta all’interno delle singole stagioni: «Ogni anno è più difficile rimanere al top, perché il livello nelle ultime stagioni si è alzato e i giovani che passano professionisti hanno già qualità per vincere. La concorrenza è altissima, ma continuo a lavorare per farmi trovare pronto, che sia io capitano o di appoggio ai compagni: negli anni sono riuscito a mantenere una certa costanza di rendimento e a trovare la mia dimensione di corridore».
Aver successo da esordiente è per qualcuno un prezzo da pagare negli anni a venire e ci sono critici che considerano a rischio la continuità in carriera di un mostro sacro come Tadej Pogacar: “Lui e altri 2-3 corridori sono un mondo a sé, lo ha dimostrato ieri a Jaèn. Il fatto di aver trovato un ambiente giusto mi ha facilitato, sono nato e cresciuto come professionista in questa squadra; saranno le motivazioni a decidere per quanto tempo sarò competitivo”.