Con l’esonero di Giampiero Ventura non poteva certo mancare l’opinione di Renzo Ulivieri, presidente dell’Associazione Allenatori.
L’ex tecnico, tra le altre, di Vicenza, Bologna, Napoli e Torino, ha espresso un commento per ognuno dei protagonisti dei vertici del calcio italiano. A partire dal presidente federale Carlo Tavecchio: “La scelta del presidente Tavecchio è stata personale e individuale. Noi, come Associazione Allenatori abbiamo scelto un percorso lineare del consiglio federale. Il presidente federale presenterà il programma al consiglio, un programma che credo ricalcherà quello presentato sei mesi fa. Noi crediamo che il lavoro fatto in questi sei mesi abbia poco a che fare con il risultato della Nazionale, ma sappiamo che la non qualificazione dell’Italia è un colpo grave che può avere delle ripercussioni. Il presidente Federale se avrà la maggioranza del consiglio potrà continuare a lavorare. Mercoledì abbiamo deciso il percorso che faremo”.
Poi, il ‘pane’ di Ulivieri: gli allenatori. Per esprimere la propria solidarietà a Ventura e per vagliare l’ipotesi Carlo Ancelotti come suo successore: “Non è stato fatto questo nome. Non ci abbiamo pensato perché è ancora troppo presto, dobbiamo pensarci bene. Ancelotti è un grande uomo e un grande allenatore ma questo è un altro discorso. Dispiaciuto per Ventura? Molto, perché è un collega e in questo momento di difficoltà sono vicino a Giampiero. La gara con la Spagna ha segnato questo allenatore. Ventura è un allenatore di campo, ha sempre fatto vedere un bel calcio e fossi un presidente di un club farei la corsa per ingaggiarlo. Tommasi ha lasciato il tavolo della riunione? E’ stata una scelta di Tommasi. E’ stata una scelta legittima e non la commento. Tanti hanno messo la bocca in questa vicenda, c’è stato l’assalto alla diligenza”.
Ma il pezzo forte è per la conclusione dell’intervista rilasciata a Premium Sport, il durissimo attacco nei confronti del presidente del Coni, Giovanni Malagò: “Infastidito dalle parole di Malagò? Non dalle parole, a me ha dato fastidio l’intervista che ho rivisto tre volte perché non ci credevo. Il nostro capo è andato in televisione, si è fatto da solo la domanda e si è dato una risposta. In questo momento dal nostro capo mi sarei aspettato un altro atteggiamento e al momento mi risulta difficile riconoscerlo come il capo dello sport italiano”.
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