Miguel Veloso e Cristiano Ronaldo hanno condiviso gran parte del loro percorso calcistico. Nella nazionale del Portogallo, ovviamente, ma anche nello Sporting Lisbona.
Il centrocampista oggi in forza al Verona ritroverà questa sera l’amico ed ex compagno nella sfida contro la Juventus e a ‘Tuttosport’ ha ricordato i loro inizi.
“Cristiano arrivava da Madeira e giocava sempre con quelli più grandi. Aveva una mentalità incredibile. Ripeteva sempre che sarebbe diventato il numero uno. Noi ci mettevamo a ridere. Vedevamo quanto fosse forte, ma era difficile pensare che potesse farcela. Ha avuto ragione lui”.
CR7 dovrà anche riuscire a portare la Juventus ai quarti di finale di Champions League, rimontando il Porto. Una missione di certo non scontata.
“Per quest’anno la vedo dura. A meno che Cristiano non azzecchi una serata magica delle sue. Il Porto è una squadra tosta nel dna. Secondo me si qualificherà”.
Veloso ha anche parlato di quello che sembra essere il tallone d’Achille di CR7 in Italia: le punizioni. Una stranezza per l’ex Genoa, che ricorda grandi traiettorie dell’attaccante bianconero.
“Facevamo gara di punizioni io, Cristiano, Nani e Moutinho. Chi perdeva serviva il pranzo. Sinceramente non ricordo nemmeno una sconfitta. Anche perché, anche a ping pong, se perdeva il giorno dopo veniva a chiederti la rivincita e ti batteva. Strano che alla Juve non segni più su punizione: era bravo a calciarle. A volte questi momenti ci sono”.