Con la testa, Gian Piero Ventura è ancora là che passeggia davanti alla panchina della “Friends Arena” di Solna. La scena che vede il commissario tecnico dell’Italia andare su e giù per l’area tecnica e lamentarsi con staff e componenti della panchina di quanto non gli piace sul campo è ormai diventata una triste abitudine negli ultimi mesi di Nazionale.
Da Madrid in poi, dal crollo contro la Spagna, l’Italia è andata a picco, ma ora la discesa deve essere arrestata. Contro la Svezia nel ritorno del playoff per andare al Mondiale ed evitare il disastro c’è a disposizione un solo risultato, la vittoria, con almeno due gol di scarto. A parole, al termine della partita d’andata, dopo aver attaccato l’arbitraggio di Cakir, Ventura si subito detto fiducioso, appellandosi al “fattore San Siro”, mai come questa volta alleato indispensabile.
Nella conferenza di vigilia a Milano il ct prova a mantenere la stessa tranquillità, dopo però essere tornato sull’arbitraggio e sul gioco della Svezia: “Credo che l’arbitraggio potesse essere gestito meglio, ma fa parte del gioco. Dico solo che siamo l’Italia e che se ci qualificheremo lo faremo giocando a calcio. Non ci può essere sorpresa per essere arrivati a questo punto. Sono consapevole che la gara è fondamentale per noi, ma è lo stesso scenario che c’era quando ho firmato con la Nazionale. Sapevamo che c’era la Spagna e che avremmo potuto finire ai playoff, questo scenario era chiaro sin dall’inizio”.
Bocca cucita sulla formazione. Improbabile il passaggio al 4-2-4, si dovrebbe proseguire sulla stesa linea tattica, ma oltre alla sostituzione dello squalificato Verratti si dovrebbero vedere altre novità: “Qualcosa cambierà, sono passate solo 48 ore. Speriamo che cambi in meglio visto il risultato, per riuscirci servirà tutto: tattica, cuore e determinazione”.
La chiusura è amara: “Mi avevano già spiegato che funziona così, ma non mi aspettavo tutto questo. Se uno fa l’allenatore, però, deve decidere di testa sua. Nell’ultima conferenza stampa metà sala sponsorizzava dei calciatori, l’altra metà parlava di altri”.
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