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Vuelta a España, 1a Tappa: McNulty beffa Van Aert ed è la prima maglia rossa. Bene Roglic e Tiberi, male Kuss

Il cronoprologo sorride sempre alla UAE: Brandon McNulty è la prima maglia rossa. Beffati VAcek e Van Aert, Affini ottimo quinto. Bene Roglic e Tiberi

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Parla americano la prima tappa della Vuelta 2024: Brandon McNulty è uno dei tanti calibri grossi di casa UAE Team Emirates e puntualmente la formazione con base nel Medio Oriente ha voluto mandare un messaggio alla concorrenza, conquistando la prima maglia rossa dell’edizione della corsa iberica, scattata con un prologo di 12 chilometri a Lisbona. E i grandi delusi di giornata rispondono al nome di Wout Van Aert e Stefan Kung sono rispettivamente 3 e 5 i secondi che li hanno separati dalla vittoria di giornata, anche se poi chi è tornato in albergo mordendosi i gomiti è il ceco Mathias Vacek, che per soli due secondi s’è visto beffato da McNulty quando ormai il più sembrava fatto.

Roglic convincente, anche Tiberi è sul pezzo

Vacek è stata la grande sorpresa di giornata, capace davvero di rimescolare le carte nel novero dei candidati alla vittoria finale. Il ceco della Trek Segafredo ha sorpreso per come ha saputo condurre il mezzo su un percorso abbastanza piatto, ma che presentava diverse criticità. Un percorso che in qualche modo sembrava essere calibrato su misura anche per Primoz Roglic, al rientro dopo oltre un mese di stop, da quando cioè fu costretto a ritirarsi dal Tour del France per la rovinosa caduta nella tappa che precedeva i Pirenei.

Lo sloveno, che nei giorni scorsi ha ironizzato sul fatto di aver perso un dente canino dopo il botto al Tour, s’è difeso con grande caparbietà: ha chiuso ottavo a 18 secondi da McNulty, un tempo decisamente colmabile quando la strada comincerà a salire per davvero (e alla Vuelta le salite sono all’ordine del giorno, specie nei finali di tappa). Addirittura Roglic ha guadagnato due secondi su Joao Almeida, l’uomo che sulla carta dovrà ricoprire il ruolo di capitano della UAE, che pure ha anche Del Toro e soprattutto Adam Yates per provare a salire sul gradino più alto del podio a Madrid.

Anche Antonio Tiberi s’è difeso abbastanza bene su un terreno a lui poco congeniale: ha pagato 27 secondi dal vincitore, quindi una decina da Roglic e 8 da Almeida. Ha fatto meglio di Adam Yates, che ha chiuso a 34 secondi da McNulty.

L’Italia c’è: Affini a 5 secondi dalla roja

L’Italia ha pregustato fino a una manciata di minuti dalla fine della cronometro la possibilità di vedere Edoardo Affini in maglia rossa. Peraltro Affini già due anni fa aveva conquistato la roja (ma non a cronometro), solo che stavolta gli sono mancati 5 secondi, quelli che lo hanno visto distanziato da McNulty, con Van Aert che ha vinto la lotta intestina alla Visma di un paio di secondi.

Il belga però è il grande deluso di giornata: puntava deliberatamente a indossare la prima maglia rossa dell’edizione 2024, ma s’è dovuto accontentare di un terzo posto che grida vendetta. È andata però decisamente peggio a Sepp Kuss: il vincitore della passata edizione della Vuelta ha pagato 53 secondi al traguardo, lasciando intendere che la strada verso il bis è decisamente impervia (deludente anche Uijtdebroeks, che ha chiuso a 45 secondi). Domani tappa di 194 km, mossa ma per velocisti.

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