Anche la Lega Dilettanti non ha potuto che ricordare il sorriso, splendido e rassicurante, di Willy Monteiro Duarte, il ragazzo di appena 21 anni rimasto vittima di una aggressione bestiale, violenta e ingiustificata, avvenuta a Colleferro. Il messaggio dedicato a Willy lo descrive per quella passione che lo spingeva a continuare, a lottare su ogni pallone:
“Eri uno di noi, Willy. Fai buon viaggio
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Eri cresciuto con il pallone tra i piedi, sognando un giorno di indossare la maglia della Roma.
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Ti hanno strappato in modo atroce da questa terra, non ti strapperanno mai dai nostri cuori.
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Non dimenticheremo il tuo sorriso e la tua voglia di vivere.
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#ilcuoredelcalcio #willy”, si legge su Instagram.
Willy amava il calcio e sognava di poter realizzare un sogno, quello di indossare la maglia della sua Roma. Un sogno che coltivava con tenacia e ottimismo, accanto all’obiettivo professionale che si era dato come chef. Il calcio perde un giovane meraviglioso, appassionato come lo sono stati anche Alina e Arianna, che hanno perso la vita in circostanze diverse ma altrettanto ingiuste.
I suoi aggressori, adesso, si trovano nel carcere di Rebibbia. Sono stati arrestati dai carabinieri della Compagnia di Colleferro per l’omicidio di Willy in attesa dell’udienza di convalida. Si tratta di Francesco Belleggia, 23 anni, Mario Pincarelli, 22 anni e dei fratelli Gabriele e Marco Bianchi di 25 e 24 anni. Sono tutti accusati di omicidio preterintenzionale in concorso.
Le reazioni degli amici alla scomparsa violenta di Willy
“Non si può morire a 21 anni così. Li conoscevano tutti qui quei due fratelli. Da due anni litigano e picchiano con le stesse modalità, sono stati autori di altri pestaggi”, dice Alessandro, un amico di Willy, il ragazzo ucciso a Colleferro, arrivato sul luogo dell’aggressione del 21enne. “Con uno di loro ho litigato pochi mesi fa perché dava fastidio a un mio amico – aggiunge – La rabbia è che non è la prima volta che fanno così. Si poteva evitare”, riporta l’ANSA.
I profili facebook dei fratelli Bianchi, molto curati e colmi di foto e video che li ritraggono in palestra intenti in allenamenti di MMA, dietro alle sbarre, in pose plastiche con tatuaggi e muscoli in evidenza, si sono riempiti in breve tempo di insulti e commenti che augurano loro giustizia sommaria (si tratta di account i cui post sono pubblici).
Lo strazio della famiglia di Willy
Lo strazio della sua famiglia, della sua mamma, degli amici ( per difendere un amico, pare, Willy si è addirittura esposto alla violenza cieca e animalesca dei fratelli Bianchi) si vede anche nelle immagini del luogo in cui è stato picchiato: una maglietta della Roma con su scritto “Grazie Willy gli eroi non muoiono mai”, una targa “Ciao Angelo mio” e decine di di mazzi di fiori a Colleferro sul luogo in cui è stato picchiato a morte.
Un silenzioso recupero in segno di raccoglimento e dolore, di amici e conoscenti. Alle 12 nella vicina piazza Italia, a pochi metri di distanza, c’è stato un minuto di silenzio in memoria del ragazzo con il sindaco di Colleferro, Pierluigi Sanna, che ha proclamato il lutto cittadino.