A Wimbledon sembrava tutto apparecchiato a puntino per la prima vittoria di un’africana in un torneo del Grande Slam e invece Elena Rybakina ha sorpreso tutti battendo col punteggio di 3-6 6-2 6-2 la tunisina Ons Jabeur, numero 2 del mondo. Rybakina, numero 23 del ranking, è nata a Mosca e quindi è russa di nascita, ma dal 2018 difende i colori del Kazakistan ed è la prima a vincere un Major per l’ex repubblica sovietica.
Nel primo set è tutto fin troppo facile per Jabeur, che strappa due volte il servizio a Rybakina non concedendo neanche una palla break e sfoderando una superiorità tecnico-tennistica imbarazzante, poi però nel primo game del secondo set comincia a esagerare con i preziosismi, è poco concreta e il servizio lo perde lei, e lo perderà altre tre volte nel corso del match non togliendolo più alla sua avversaria non sfruttando quattro palle break nel secondo set e addirittura tre consecutive nel sesto game del terzo, non riuscendo più a ritrovare il suo miglior tennis.
Dopo un’ora e 48 minuti, senza nemmeno particolari esultanze, Rybakina è andata a stringere la mano a una Jabeur delusissima che è ricaduta nelle sue paure e nei suoi preziosismi che ne hanno caratterizzato la carriera e di cui solo nell’ultimo anno sembrava essersi liberata. Elena pone fine a un digiuno nei tornei WTA che durava da due anni e mezzo e lo fa sul palcoscenico tennistico più importante del mondo. Senza timore di sbagliare il suo è uno dei trionfi più sorprendenti nella storia di Wimbledon. Ma nel tennis femminile contemporaneo, si sa, può accadere di tutto.