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Addio Governato, ds Juve-Lazio: i retroscena su Baggio e Nedved

Scomparso a 80 anni lo storico dirigente del calcio italiano

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Addio Governato, ds Juve-Lazio: i retroscena su Baggio e Nedved Fonte: Ansa

Era nato a Torino e ha lavorato per la Juventus ma Nello Governato, scomparso nella notte a 80 anni, ha legato la sua carriera soprattutto ai colori della Lazio. Da giocatore prima (vi rimase come centrocampista in due periodi separati nel tempo: dal ’61 al ’66, e dal ’67 al ’71 dopo un doppio prestito. In totale fanno 251 presenze e 17 gol con l’aquila sul petto) e da dirigente poi sia dall’83 all’85 con Chinaglia che nell’era d’oro Cragnotti. Dal ’93 al 2003, è stato il ds creatore di quella squadra di cui ha gestito ogni aspetto tecnico e sportivo a livello dirigenziale. E’ stato giornalista, dirigente e scrittore ma ha legato anche parte della sua vita alla Juventus. Con la fine dell’era Boniperti gli Agnelli affidarono la Juventus a Montezemolo che scelse proprio Governato come ds e Maifredi come allenatore.

BAGGIO E DI CANIO – Un’esperienza iniziata con i botti, con l’acquisto di Roberto Baggio, e finita male perchè furono anni bui per i bianconeri. Governato mise la firma in particolare sull’acquisto di Paolo Di Canio, prelevato per 7,5 miliardi dalla Lazio ma quella Juve rimase un’incompiuta. Il suo capolavoro fu alla Lazio anche se non furono sempre rose e fiori. Particolarmente turbolenta fu la trattativa per la cessione di Nedved alla Juve, come lo stesso Governato raccontò al Messaggero: “Fu una storia triste e piena d’amarezza. Eravamo nel maggio del 2001, Cragnotti andò a Torino per parlare con Luciano Moggi. Ci fu una trattativa e dopo un pò il presidente trovò l’accordo per la cessione di Pavel, intorno ai 70 miliardi delle vecchie lire e da lì partì tutto”. Poi Governato spiega meglio la situazione.

IL CASO NEDVED – “Al ritorno a Roma Cragnotti avvisò Nedved che aveva trovato l’accordo, ma non ne volle sapere. Il ceco stava bene alla Lazio e non voleva andare via, tanto che il presidente prese atto e da lì a poco, facemmo firmare il rinnovo del contratto a Pavel per cinque anni, fino al 2006, a cifre importanti (7 miliardi). Cragnotti avvisò Moggi e la Juventus che la trattativa era naufragata e non se ne faceva più niente perchè il giocatore non voleva lasciare la Lazio. Pavel partecipò a quelle telefonate perchè ci teneva a spiegare ai bianconeri i motivi del suo rifiuto. Cragnotti a quel punto strappò quel contratto siglato con la Juve e chiese di fare altrettanto pure al dirigente bianconero”. Ma Moggi quel contratto non lo strappò mai: “Ce ne accorgemmo qualche settimana dopo, anche perchè a quei contratti stipulati tra Lazio e Juve per essere validi e depositati mancava la firma di Nedved”. E la Juventus riuscì poi a convincerlo: “Io aspettato Pavel per il ritiro, poi la cronaca di quella giornata mi lasciò sbigottito dal comportamento del giocatore. Andarono a Praga a convincerlo. Forse fummo ingenui ma non parlatemi di tradimento. Pavel sin dall’inizio sapeva che la Lazio l’aveva trattato e ceduto alla Juventus e che poi, d’accordo con lui, aveva deciso di tenerlo”. Da scrittore Governato ha firmato “Un caso da gol – romanzo verità” (SEI), scritto in collaborazione con Gianpaolo Ormezzano. Poi nel 2004 “Gioco sporco” (Rizzoli), un libro che denuncia alcuni mali del calcio contemporaneo (quasi un’anticipazione di Calciopoli) a cui fanno seguito “La partita dell’addio” (Mondadori, 2007) e “Il sindaco pescatore” (Mondadori, 2011) scritto insieme a Dario Vassallo.

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