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Alessio Cerci racconta il suo dramma: "Non ce la faccio"

L'ex Torino e Milan a 33 anni è sul punto di ritirarsi dopo l'ennesimo fallimento all'Arezzo

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Addio Serie A, andiamo nel calcio che conta“. La frase scritta dalla sua fidanzata, futura moglie, Federica Riccardi, sui social all’atto del passaggio dal Torino all’Atletico Madrid, è stata una sorte di condanna per Alessio Cerci talento cristallino del calcio italiano che proprio dopo il suo anno migliore, in granata, stagione 2013/2014, nello spiccare il volo verso il gotha del pallone, ha cominciato la sua inesorabile parabola discendente. Quella che ora, a 33 anni, e dopo diversi fallimenti, potrebbe costringerlo al ritiro.

Un dramma sportivo che Alessio Cerci ha raccontato in tv mostrando tutte le sue fragilità nel corso della puntata di ieri di Tiki Taka – La Repubblica del Pallone, arrivando quasi a psicanalizzarsi da solo e chiedendo aiuto, tramite il conduttore Piero Chiambretti. “Pensavo bastasse il mio talento per giocare in Champions, ma…” le sue parole, la sua confessione.

Alessio Cerci, dalle stelle alle stalle

Nato a Velletri, originario di Valmontone, Alessio Cerci inizia la sua carriera nelle giovanili della Roma. Sarà Fabio Capello a farlo esordire in serie A il 16 maggio 2004 contro la Sampdoria. Poi gioca in B, nel Brescia e nell’Atalanta, si mette in evidenza per la prima volta al Pisa, con Ventura allenatore. Una breve parentesi di ritorno alla Roma e poi la sua seconda vetrina, la Fiorentina tra il 2010 e il 2012 dove lascia intravedere il suo potenziale.

Scattante e dotato di un gran sinistro finisce al Torino che lo consacra come grande talento. Da esterno, a volte seconda punta, forma con Immobile una coppia formidabile sotto la guida di Ventura. Con la maglia granata, nel campionato 2013/14 segna 13 gol conditi da 11 assist. Qualcuno addirittura, impunemente, lo paragona a Robben, o come Pistocchi, finisce per dire “Robben gioca come Cerci”. Tanto che l’allora ct azzurro Prandelli lo porta ai Mondiali poi fallimentari in Brasile dove gioca, a gara in corso, la partita persa dall’Italia con il Costarica.

Il fallimento di Cerci a Madrid e al Milan

E’, e resterà l’apice della sua carriera, richiestissimo nel mercato estivo, non trova però nessun accordo in Italia. Lo prende l’Atletico Madrid che gioca la Champions. Qui la famosa frase dell’allora fidanzata, la show girl Federica Ricciardi: “Ce ne andiamo nel calcio che conta”. Ma Cerci in quel calcio ci metterà poco il piede. Gioca spezzoni di partita, un gol in Champions, poca roba. Nel 2015/2016 la seconda possibilità, va al Milan. Ma anche in rossonero Cerci si perde, due stagioni mediocri al Genoa e al Verona. Poi l’esperienza senza fortuna in Turchia.

Prova a ripartire dalla Salernitana dove ritrova il suo mentore Ventura ma stavolta i problemi fisici lo limitano e parecchio. Gioca solo 10 gare. Questa stagione scende ancora di categoria, all’Arezzo in serie C, ma va ancora male, finisce per stracciare il contratto con la società amaranto dopo essere finito ai margini della squadra.

Cerci: “Mi sono sentito preso in giro”

Ospite di Tiki Taka, Cerci ha raccontato il suo dramma sportivo: «Non sono riuscito a esprimermi come è stato col Torino. Quello era un ambiente in cui ho dato tutto, grazie anche a Ventura che è riuscito a tirare fuori il meglio da me. Forse sono stato un po’ pigro nel pensare che bastasse il mio talento per giocare in Champions League: dovevo lavorare un po’ di più per formarlo meglio. Non posso negare di avere dei problemi importanti fisici, sono stato operato diverse volte al ginocchio, e questo non mi faceva spingere al meglio, avendo nell’esplosività la mia arma migliore».

Sul condizionamento da parte della moglie, quella famosa frase: “Ho chiarito in passato ma la gente non capisce, Federica è stata sempre vicino, nei momento migliori e peggiori. Quella frase è stata detto per un motivo, io volevo rimanere in Italia perchè sapevo che potevo dare il meglio qui, ho avuto delle trattative con Milan, Roma, Inter, ma ci siamo sentiti presi in giro. Da qui nasce quella frase di mia moglie”.

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